Pescara. Nell’occhio del ciclone il tonno Mareblu, prodotto dal colosso Thai Union accusato di praticare una pesca non sostenibile e al centro di una campagna internazionale promossa da Greenpeace, i cui volontari quest’oggi in diverse città d’Italia fatto attività d’informazione presso i supermercati.
La campagna di Greenpeace è arrivata anche a Pescara, dove i volontari hanno agito in uno dei più grandi supermercati della città mettendo nel carrello della spesa tutti i prodotti di Mareblu in vendita, sostituiti da un cartello con la scritta “Mareblu lascia il mare vuoto come questo scaffale”.
I prodotti quindi sono stati portati in giro per il supermercato per l’intera giornata, impedendo così ai consumatori di diventare complici inconsapevoli della distruzione degli oceani.
Proprio in queste settimane la nave di Greenpeace ‘Esperanza’ si trova nell’Oceano indiano per rimuovere i famigerati FAD, strumenti di pesca distruttivi usati anche dalle navi che riforniscono Thai Union. Oltre 300 mila persone in tutto il mondo hanno firmato una petizione per convincere la multinazionale tailandese a cambiare rotta. E questo weekend centinaia di consumatori in Italia, Francia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti si sono uniti a Greenpeace per agire concretamente nell’ultimo anello della catena: i supermercati.
“Mareblu aveva promesso di convertirsi a una pesca 100% sostenibile entro la fine di quest’anno, ma nel 99% dei suoi prodotti si trova ancora tonno pescato con metodi distruttivi”, dichiara Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia. “La pesca eccessiva e distruttiva sta mettendo in crisi le principali popolazioni di tonno in tutto il mondo, e uccide migliaia di altri animali marini, tra cui varie specie di squali. Non possiamo restare a guardare: insieme a centinaia di persone che amano il mare abbiamo deciso di entrare in azione. Il futuro degli oceani dipende anche dalle scelte che facciamo ogni giorno, quando mettiamo una scatoletta di tonno nel carrello della spesa”.
Solo qualche giorno fa Greenpeace aveva diffuso una video-denuncia, ispirato alla pubblicità televisiva di Mareblu, per svelare le pratiche di pesca distruttive di Thai Union, raggiungendo in poche ore oltre 500 mila visualizzazioni. Nel frattempo più di 73 mila persone hanno chiesto a Mareblu di praticare una pesca 100% sostenibile, firmando la petizione italiana di Greenpeace sul sitowww.tonnointrappola.it.