Pescara. Arrestato dalla Guardia di Finanza di Pescara, in esecuzione di un’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa, G.I., il responsabile legale dell’Agenzia delle Entrate di Pescara, e P.L.V., commercialista di Formia, per un episodio di corruzione.
Lo scorso 19 aprile, le Fiamme Gialle pescaresi, che monitoravano le attivita? degli indagati, hanno filmato a Roma un incontro tra i due indagati, assistendo alla consegna al pubblico funzionario da parte del professionista di una busta contenente 15mila euro. I soldi, finiti subito sotto sequestro, dovevano servire per pilotare un contenzioso pendente presso la Commissione Tributaria Regionale Abruzzo e per remunerare altri servizi resi dal funzionario.
L’attività investigativa, svolta anche attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, ha interessato l’operato del funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Pescara nei riguardi di una società con sede legale a Pescara, ma con attività fuori dalla regione Abruzzo, gravata da un pesante contenzioso tributario legato a una controversia del valore di circa 38 milioni di euro, di euro, peraltro già giudicato in primo grado dalla Commissione Tributaria Provinciale di Pescara in senso favorevole all’Erario.
Sulla base degli elementi raccolti, la somma, consegnata da P.L.V. nella sua qualità di consulente tributario della predetta società, è stata ritenuta il prezzo del reato di corruzione del funzionario dell’Agenzia delle Entrate per pilotare a favore del contribuente il contenzioso tributario pendente presso la Commissione Tributaria Regionale Abruzzo, ovvero per adottare una strategia processuale più favorevole allo stesso contribuente, nonché per remunerare altri “favori” resi dal funzionario, tra cui il recente “provvedimento di sospensione amministrativa” emesso dall’Agenzia delle Entrate di Pescara, su iniziativa dello stesso capo dell’ufficio legale, finalizzata ad interrompere l’azione di pignoramento, già intrapresa da Equitalia sui beni della società.
Secondo le indagini, infatti, il funzionario oltre ad aver suggerito al commercialista ed alla società coinvolta le più opportune strategie difensive, avrebbe egli stesso provveduto a scrivere parti delle memorie difensive o comunque atti nell’interesse del contribuente, ponendo in essere un comportamento in palese violazione dei doveri di efficienza, imparzialità e trasparenza che dovrebbero caratterizzare l’attività dei pubblici funzionari, mostrandosi pronto ad asservire la propria funzione agli interessi privati, a danno dell’Erario ed a proprio vantaggio.
Le indagini sono state coordinate dal pm David Mancini della Procura della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila, mentre l’ordinanza è stata emessa dal gip Guendalina Buccella.