Pescara, inviati 5mila questionari Ici e Tarsu

pescaraPescara. Sono già partiti i primi 5mila questionari rivolti ai contribuenti di Pescara per i quali l’Ufficio tributi del Comune ha riscontrato anomalie nei pagamenti Ici e Tarsu. Lo rende noto Massimo Filippello, assessore comunale ai Tributi, che ha spiegato che i questionari daranno riscontro circa la titolarità delle bollette e gli avvenuti regolari pagamenti. Dovranno, poi, essere rispediti al Comune entro 30 giorni per non incorrere nella sanzione di 258 euro.

Si tratta complessivamente di 18mila i questionari. Intanto, questa mattina sono state stampate le 8mila cartelle (di cui 2mila inerenti la Tarsu e 6mila l’Ici) che entro pochi giorni verranno, invece, inviate ad altrettanti evasori totali già accertati, utenti domestici o commerciali che non hanno mai pagato la tassa sui rifiuti o l’imposta sugli immobili.

“Un anno fa, quando ci siamo insediati” ha ripercorso l’assessore Filippello “abbiamo riscontrato nel settore tributi ben 48mila anomalie sulla Banca dati dell’Ici e 25mila sulla Tarsu. A quel punto con l’ingegner Scorrano abbiamo iniziato un capillare lavoro di verifica ricostruendo una Banca dati dei contribuenti, beneficiando anche del protocollo d’Intesa appena stipulato con l’Agenzia delle Entrate ed effettuando anche controlli incrociati con le banche dati delle utenze elettriche e del gas per il recupero delle evasioni dal 2005 a oggi”.

Per quanto riguarda la Tarsu, sono stati controllati i soggetti che risultavano residenti a Pescara: “grazie ai dati dell’anagrafe comunale” continua l’assessore “abbiamo verificato che nessun familiare, all’interno dello stesso nucleo, avesse pagato la Tarsu per le residenze domestiche, mentre per le attività economiche-commerciali abbiamo effettuato controlli incrociati con la banca dati della Camera di Commercio e siamo arrivati a definire il numero esatto degli evasori totali e delle posizioni realmente anomale: su 67mila posizioni contributive Tarsu abbiamo individuato 12mila posizioni ‘a rischio’, ossia presunti evasori. Per alcuni abbiamo ormai certezze, in altri casi dobbiamo procedere con dei riscontri”.

Complessivamente gli evasori totali sono 2mila; 10mila sono i contribuenti su cui dobbiamo effettuare delle verifiche, 5mila per le persone fisiche, 5mila per le utenze economiche, che in questi giorni stanno già ricevendo un questionario in cui si chiede all’utente di certificare l’immobile di residenza o la propria attività economica, la sua superficie e di produrre copia dell’ultima bolletta Tarsu pagata e dell’avviso di pagamento.

“In molti casi, ad esempio” spiega meglio Filippello, “potrebbe accadere che le bollette siano state regolarmente pagate, ma che i versamenti siano intestati ad un inquilino precedente e in questi casi dovremo semplicemente sollecitare una voltura dei contratti senza alcuna sanzione accessoria”.

Sale il numero degli evasori invece in materia di Ici. “Per l’imposta comunale sugli immobili abbiamo già individuato 6mila posizioni anomale che riceveranno l’avviso di accertamento su 70mila posizioni contributive” ha spiegato l’assessore. “In realtà gli evasori totali sono 2mila, mentre negli altri 4mila casi si tratta di utenti che hanno presentato un pagamento incompleto per errori di calcolo o per omissione di versamento in alcune annualità; anche per l’Ici invieremo complessivamente 8mila questionari per posizioni dubbie che avranno le stesse modalità della Tarsu, dunque dovranno essere compilati e rispediti al Comune entro 30 giorni. Le verifiche sull’Ici sono state più complesse perché il 2005 è stato un anno particolare perché la precedente amministrazione ha aumentato il numero delle aliquote agevolate, passate da 2 a 4 e il cambiamento ha potuto generare qualche confusione negli utenti. Sino a oggi sono giù partiti i primi 5mila questionari, ossia circa 500 al giorno. E nel frattempo stiamo già ricevendo indietro le prime risposte”.

I questionari, come ha ricordato il dirigente Marco Scorrano, non sono ‘avvisi di accertamento’ né  una sanzione, ma piuttosto rappresentano una richiesta di notizie per la bonifica delle banche dati. Dunque, i cittadini sono invitati a rispondere celermente rispettando il termine dei 30 giorni per non incorrere in un’inutile sanzione di 258 euro.

Secondo le stime, l’operazione complessiva permetterà al Comune di recuperare circa 2milioni di euro di imposta Tarsu evasa e 2milioni 400mila euro di Ici, ossia 4milioni 400mila euro calcolati al minimo, ma le somme potrebbero variare sulla base delle sanzioni accessorie.

Sugli avvisi di accertamento che i contribuenti stanno ricevendo a casa verrà per legge applicata la sanzione del 100 per cento prevista sull’omessa dichiarazione, ma quegli utenti che pagheranno entro i 60 giorni successivi vedranno ridursi a un quarto la sanzione stessa, quindi pagheranno la tassa dovuta e il 25 per cento di sanzione. Tale recupero ci consentirà di tenere sotto controllo la tassa sui rifiuti applicata ai cittadini: per legge, infatti, le tariffe Tarsu si determinano sulla base del costo del servizio di smaltimento dei rifiuti. In sostanza le entrate dovrebbero coprire il più possibile le uscite.

 

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