Ieri sera, ore 21:18, arriva una chiamata ai carabinieri del 112 per una rapina a mano armata in corso nel discount Lidl di Via Tirino, alle spalle del tribunale; i carabinieri girano l’allarme alla pattuglia della polizia in servizio nei pressi del luogo del delitto. Ma la Volante, anziché dirigersi sul posto, si affida all’istinto e si apposta all’incrocio tra via Tirino e via Fontanelle, pochi chilometri ad ovest, unico crocevia in direzione autostrada o asse attrezzato. Poche le informazioni in possesso degli agenti, che non sanno quale sia il mezzo da fermare, ma durante l’appostamento avvistano una Yaris grigia che, alla loro vista, accelera sospettosamente e decidono di inseguirla. I due rapinatori, Salvatore Ciambriello, 32 anni e Alessandro Catalano, 28 anni, entrambi napoletani, ci ripensano e si fermano dopo poche centinaia di metri, sperando di scamparsela con un semplice controllo. La sicurezza che dimostrano proviene dalla professionalità dei due nel campo: le due pistole scacciacani usate per minacciare le cassiere erano già state occultate ad arte in una nicchia costruita all’interno della plancia posteriore dell’autovettura. A tradirli, però, oltre all’accento napoletano descritto dalle cassiere, è stato il ritrovamento da parte degli agenti delle prime mille euro in banconote e di un telefono cordless che i due avevano portato via dal supermercato per impedire in qualche modo ai cassieri di comunicare.
Una trasferta ben studiata, con tanto di appostamenti e sopralluoghi; le successive perquisizioni dell’auto e dei rapinatori hanno portato alla luce il resto del bottino, 2900 euro in tutto, e un manoscritto con appuntati gli orari e gli indirizzi di punti vendita della stessa catena di discount di Pescara e Bari, segno che i due sono veri specialisti nel campo. Come non bastasse, a carico del Catalano pendono ben tre pagine di precedenti per rapina a mano armata, due ordini di custodia cautelare per lo stesso reato e un ordine di carcerazione per un residuo di pena da scontare: ad inseguirlo c’erano già le procure di Venezia, Milano e Treviso. Pescara chiama Napoli e la squadra operativa del posto perquisisce anche le abitazioni dei due, vicini di casa nella città partenopea, ritrovando una terza scacciacani nel domicilio del Cambriello e 20 grammi di cocaina in quello del Catalano. Si apre ora un filone investigativo più ampio, innescato dal ritrovamento di 900 euro in esubero rispetto a quanto portato via dal supermarket di via Tirino, risultato di medesimi reati operati nelle ore precedenti all’arresto.
Dalle indagini e dalle testimonianze di cassiere e commessi si è potuto ricostruire il sopraffino modus operandi dei rapinatori: già nel pomeriggio avevano effettuato un sopralluogo sul posto, acquistando regolarmente un apparecchio massaggiatore portatile per non destare sospetti mentre controllavano tutti i dettagli dei locali; all’orario di chiusura dell’esercizio, quando le casse sono piene, si sono messi in fila con gli altri clienti, recandosi alla cassa con una bottiglia di passata di pomodoro e per far scorrere la fila alle loro spalle hanno fatto cadere la bottiglia, traccheggiando nella pulizia fino al momento più propizio. Pistole alla mano hanno poi intimato alle cassiere di consegnare loro l’incasso, bloccato un terzo commesso costringendolo a farsi aprire la cassaforte contenente gli introiti della giornata, desistendo poi quando hanno scoperto la necessità di una chiave non in possesso del personale. Li poi la fuga indisturbata, interrotta pochi minuti più tardi dalla polizia.
Daniele Galli