All’arrivo in Italia, facendo leva sulla scarsa conoscenza della lingua e delle leggi che regolano il nostro paese, venivano fatti firmare ai cittadini slovacchi una serie di documenti che, con il miraggio di regolarizzare la posizione, celava la reale intenzione di formalizzare la richiesta di attribuzione di nuove partite IVA. Gli ignari lavoratori si sono ritrovati, quindi, ad essere titolari di ditte individuali o legali rappresentanti di società.
Le ditte erano state realizzate al fine di appaltare lavori edili che poi venivano eseguiti dagli stessi slovacchi, nella convinzione di essere stati regolarmente assunti dall’imprenditore italiano. Quest’ultimo, poi, incassate le somme di denaro, fatturava gli importi ricevuti in nome e per conto delle neo società, di fatto inesistenti.
Insomma, un giro di fatture relative ad operazioni inesistenti, allo scopo di generare falsi costi e di conseguire indebite detrazioni d’imposta, evitando così anche il pagamento di ogni spettanza contributivo – previdenziale inerente i lavoratori stessi.
Da un normale rapporto di dipendenza tra datore di lavoro e dipendente, si era passati, in breve tempo, a prestazioni rese da lavoratori autonomi che avrebbero dovuto personalmente far fronte ad ogni incombenza di carattere contributivo – previdenziale.
I finanzieri hanno così concluso una articolata indagine che ha permesso di accertare come, negli ultimi 5 anni, siano state emesse fatture per operazioni inesistenti pari a circa 2,7 milioni di euro di segnalare elementi positivi di reddito non dichiarati per circa 718 mila euro e violazioni all’IVA per circa 500 mila euro.
Infine, 20 partite IVA sono state segnalate all’Agenzia delle Entrate per il provvedimento di chiusura.
Le indagini, che hanno occupato la Tenenza della Guardia di Finanza di Popoli per circa un anno, sono state condotte sotto la direzione del Sostituto procuratore di Pescara, Barbara del Bono che ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 7 persone imputate a vario titolo per diversi reati che vanno dalla dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti ed alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Quattro degli imputati, tutti tra i 43 e 57 anni, risultano residenti in Manopello, uno a Pescara ed uno in S. Giovanni Teatino.