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Pescara, Leoluca Orlando scrive a Chiodi: sanzioni per la morte del bimbo al Santo Spirito

Pescara. Il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, ha scritto al Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, chiedendo una relazione in merito al decesso di Paolo Alinovi, un bimbo di quasi tre mesi, morto il 29 luglio 2009 all’ospedale Santo Spirito di Pescara.

I fatti risalgono al 6 maggio 2009, giorno della nascita del piccolo, al quale viene riscontrato un megacolon congenito, un’occlusione intestinale definita dai medici ”non preoccupante”. In estate i medici decidono di anticipare l’operazione, inizialmente prevista per fine anno, al 28 luglio. Il piccolo, secondo quanto si legge nell’esposto inviato alla Commissione parlamentare d’inchiesta dai genitori, rimane in sala operatoria nove ore, ben oltre le due e mezza previste. Una volta uscito, non viene portato in rianimazione, ma direttamente in reparto. Le sue condizioni però, peggiorano col trascorrere del tempo. La madre chiede più volte l’intervento dei sanitari e racconta di essere stata sempre rassicurata, fino a quando, dopo tre arresti cardiaci, il cuore del piccolo Paolo ha smesso di battere.

Sull’episodio la Procura di Pescara ha aperto un fascicolo e nove persone sono state rinviate a giudizio: dovranno rispondere dei reati di omicidio colposo e concorso in omicidio colposo.

”Ci uniamo al dolore della famiglia Alinovi” ha detto Orlando “che si è vista morire un bimbo di pochi mesi senza riuscire ad avere precise informazioni su quanto stava accadendo e senza che i ripetuti allarmi lanciati sulle condizioni progressivamente sempre più gravi del piccolo, venissero ascoltati. La magistratura farà il suo dovere, individuando e punendo, se ci sono, i colpevoli. Ma considerando i lunghi tempi della giustizia e il ruolo delicatissimo delle persone chiamate in causa sarebbe opportuno e auspicabile che vengano adottati, nel frattempo, provvedimenti sanzionatori o cautelari nei confronti delle persone rinviate a giudizio”.