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Pescara, filovia Strada Parco: i cittadini occupano il Comune per protestare

 

Pescara. “C’era una volta a Pescara una strada chiamata Parco…”, solo una frase resterà negli anni a venire per ricordare il polmone del capoluogo adriatico? Ecco quanto continuano a domandarsi le migliaia di cittadini impegnati nella lotta contro la filovia che a breve potrebbe apporre la propria firma distintiva sulla Strada Parco, quel percorso che quotidianamente la maggior parte dei cittadini sceglie quale valvola di sfogo alla monotonia quotidiana ed ai ritmi frenetici della nostra città. Ma i cittadini non ci stanno e dicono NO ad un “eco-mostro che riporterebbe indietro la città di decenni, facendola ripiombare velocemente a quando era la ferrovia a tagliare in due Pescara”. La protesta questo pomeriggio si è impossessata della Sala Consiliare del Comune di Pescara, traslando in municipio quei tanti cittadini che da mesi, o meglio da anni, continuano a battersi per una battaglia che a tutt’oggi sembrerebbe quasi persa, stando a quelli che sono i fatti.

 

Un battito calzante di mani ha aperto l’assemblea cittadina straordinaria convocata dall’associazione Strada Parco.  “Vergogna, vergogna, il sindaco deve spiegarci”, un grido unanime che si è placato a stento. Solo le parole del presidente dell’associazione Strada Parco, Mario Sorgentone sono, dopo un po’, riuscite ad ottenere silenzio. Sorgentone ha parlato a nome dei tanti che erano lì, la sala era gremita, posti solo in piedi, più di mille i cittadini intervenuti per dimostrare solidarietà ad un dissenso che si trascina senza però trovare un appoggio reale che lo renda esecutivo. “La lotta deve continuare – ha sottolineato il presidente -. Dobbiamo protestare verso un atto di arroganza soprattutto nei confronti di un’amministrazione che continua a snobbarci, ed oggi in questa sala l’ennesima riprova, io non vedo alcun rappresentante di maggioranza dell’attuale amministrazione”. Alle spalle di Sorgentone nel frattempo si alternava quasi tutta l’opposizione, dal Pd a Rifondazione. Sorgentone ha illustrato il perché “No alla filovia” nei minimi dettagli, ricostruendo o la storia di un progetto partito nel lontano ’95, ben 15 anni or sono e di cui a tutt’oggi nessuno ancora conosce le fattezze. In realtà un investimento di ben 31 milioni di euro per un mezzo il cui impatto ambientale sarebbe dannosissimo per la città tutta, e non solo, soldi pubblici per un progetto che sembra non rispettare neanche la storica conferenza dei servizi tenutasi nel 2002 nella quale si fissavano stretti paletti per la filovia. Dall’altro canto l’unica risposta fatta pervenire dal presidente Gtm, Michele Russo è : “la filovia s’ha da fare, se vogliamo la città migliorare”. In sostanza, dati alla mano, 800 sarebbero le persone-l’ora che usufruirebbero del mezzo, per un totale di 12 mila utenti al dì, fantascienza si chiedono i cittadini? 12 mila passeggeri abbandonerebbero quotidianamente l’automobile per un tratto di soli pochi km? E nonostante ai più l’utilizzo sembri minimo, le voci sono ancora ferme a zero. I lavori ormai sono iniziati da più di una settimana e anche l’opposizione sembrerebbe elargire un impegno di facciata. Il consigliere del Pd Camillo D’Angelo si difende sventolando a gran voce quanto fatto dalla giunta precedente: “Noi, in passato, come amministrazione abbiamo non dato, Mascia alla prima occasione ha ceduto la Strada Parco, facendo orecchie da mercante e restando indifferente alla voce dei cittadini”. “In tanti sono rimasti a guardare, – dice ancora Sorgentone -, ma ciò non esime dalle responsabilità chi oggi potrebbe farlo”. “E come per una statua di sale, – così un cittadino, evidentemente esasperato dalla situazione, chiama la filovia,- ci si renderà conto solo dopo dell’errore che stiamo facendo andando ad intaccare uno dei pochi polmoni verdi della città”. Tutti vogliono dire una parola, tutti hanno qualcosa da spiegare, tutti soprattutto hanno le proprie ragioni. E se nessuno li starà a sentire promettono di radunarsi sotto casa dei nostri amministratori, con tanto di bici, carrozzelle, disabili, bambini e anziani, traslando nei non luoghi la Strada Parco. Pescara dunque cede il passo, non potrà più annoverarsi tra le eccellenze: “Parigi, Lucca, Valencia, le passeggiate più invidiate al mondo, e c’è o forse c’era anche Pescara”. “Il nostro tesoro sarà un filobus lungo 18, 5 mt che collegherà la stazione ai grandi alberghi?”, si chiedono un gruppo di dodicenni che quotidianamente utilizzano la Strada Parco semplicemente per recarsi a scuola evitando il traffico cittadino. Anche loro sono in aula, i bambini sono seduti al posto degli amministratori e difendono come degli alfieri la loro Strada Parco. Le ultime parole sono dei rappresentanti dell’opposizione che si impegnano a chiedere nuovamente l’istituzione di un tavolo di confronto dove almeno venga illustrato il progetto, seppure ai cittadini il confronto non può bastare, loro chiedono  esclusivamente l’immediato stop ai lavori e annunciano guerra aperta.

 

Monica Coletti