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Liquami nel fiume, sequestrati depuratori e fogne nel Pescarese FOTO

Pescara.  Corpo Forestale dello Stato e Capitaneria di Porto hanno sequestrato stamanii depuratori di Manoppello e Lettomanoppello ed uno scarico fognario di Tocco da Casauria. La condotta fognaria porta nel fiume, senza alcuna depurazione, gli scarichi di circa 1.700 persone.

Il sequestro è stato disposto dal gip del Tribunale di Pescara, su richiesta del pm titolare del fascicolo. Due persone iscritte nel registro degli indagati: il direttore dell’Aca Giovanni di Bartolomeo ed il direttore tecnico Lorenzo Livello.

I due sono accusati di aver effettuato, in concorso tra loro, uno scarico non autorizzato sul suolo ed uno sversamento di reflui e liquami maleodoranti e molesti per la popolazione residente, oltre all’inquinamento delle acque, al getto pericoloso di cose e alla mancata autorizzazione allo scarico.

In particolare il depuratore comunale di Manoppello, all’epoca dei fatti gestito dal Comune stesso, era stato peraltro già sequestrato nel 2011 dagli uomini del Corpo forestale dello Stato a causa di analoghi accertamenti che avevano svelato proprio il non corretto funzionamento dell’impianto. Il provvedimento era stato poi revocato dopo il passaggio di gestione all’attuale società, che avrebbe dovuto assicurare la manutenzione del depuratore, anche a mezzo dei lavori necessari per la corretta messa in funzione.

Successive ispezioni, eseguite in contraddittorio con i responsabili della gestione degli impianti oggi sequestrati, avevano consentito di confermare, in entrambi i casi, l’assenza delle previste autorizzazioni allo scarico nel corpo ricettore, oltre che un generalizzato stato di degrado dei depuratori, risultati essere non in grado di assicurare la corretta depurazione dei reflui prima dell’immissione nel corpo ricettore.

Dietro disposizione del pm, entrambi i depuratori sequestrati sono stati dati in custodia giudiziale ai dirigenti degli Uffici Tecnici dei Comuni di Manoppello e Lettomanoppello, proprietari degli stessi, i quali dovranno ora adottare urgenti misure di ripristino, affinché gli impianti possano essere autorizzati a scaricare ancora i propri reflui depurati nel Fiume Pescara.

Accertato, inoltre, lo scarico abusivo sul suolo di gran parte dei reflui fognari del Comune di Tocco da Casauria tramite una conduttura che, dopo aver raccolto gli scarichi di oltre 1.600 abitanti, tra cui una struttura sanitaria (ex Ospedale Civile), esce a cielo aperto in località S. Anna, per un tratto di circa 400 m in un fossato fino alla località Francoli, viene nuovamente intubata due volte entro manufatti cementizi lunghi rispettivamente 50 e 100 metri, fino a scaricare su un impluvio del terreno che confluisce nel fiume Pescara.

“Le verifiche su tutti gli scarichi censiti – hanno dichiarato i Comandanti della Capitaneria di Porto e del Corpo forestale di Pescara – stanno consentendo agli inquirenti di scoprire eventuali ulteriori condutture che inquinano o compromettono, mediante l’immissione fuori limite di liquami ad alta carica microbica o, peggio, la loro mancata depurazione, la qualità delle acque del Fiume Pescara e, di conseguenza, quelle del mare Adriatico”.

L’Aca: “Procedura d’urgenza per soluzione definitiva”.

“A causa delle condizioni di scarsa efficienza dei due impianti, l’Aca spa già dal mese di aprile 2015 ha avviato le procedure di affidamento per l’adeguamento del depuratore di Manoppello e per la dismissione dell’impianto di Lettomanoppello. L’impresa esecutrice è stata selezionata e sono in corso i termini di legge per la stipula del contratto. L’intervento della Procura consente ora l’attivazione di una procedura d’urgenza per fornire una immediata e definitiva soluzione ai problemi dei due impianti”. Lo scrive l’Aca in una nota.

“Nell’ambito della procedura giudiziaria – si legge ancora – sono state ipotizzate responsabilità a carico dei dirigenti delle strutture tecniche dell’Aca, che si sono immediatamente messi a disposizione per fronteggiare l’emergenza determinata dal blocco degli impianti. L’Aca sta definendo un cronoprogramma di interventi che sarà attuato nei termini concessi dall’autorità giudiziaria e concordato con i custodi giudiziari”.