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Gardaland, vietata una giostra a figlia di giudice pescarese perchè down

Pescara. “La bambina non può salire sulla giostra”. È quanto si è sentito dire Aldo Aceto, sostituto procuratore di Pescara e giudice penale e del lavoro presso il tribunale di Larino, in fila con la sua famiglia davanti alla Monorotaia di Gardaland.

Il divieto del personale è rivolto alla figlia di 8 anni del magistrato, affetta dalla sindrome di Down e, per questo motivo, discriminata dall’utilizzo di alcune attrazioni del famoso parco giochi.

Una decisione che ha suscitato lo stupore e la rabbia della famiglia della piccola, che solo poche ore prima era salita proprio sulla stessa giostra. Il magistrato ha chiesto ovviamente spiegazioni agli addetti che hanno sottolineato l’esistenza di una brochure verde, distribuita all’ingresso a tutti i diversamente abili, su cui sono appunto elencate le attrazioni accessibili e quelle vietate. Una cernita dettata dalle condizioni fisiche del soggetto interessato, a cui è riservata, tra l’altro, anche un’entrata “speciale” al parco, perché differenziata dall’ingresso comune.

Il magistrato ha dichiarato di non aver ricevuto la brochure. Una volta uscito dal parco divertimenti, ha cercato sull’elenco citato il divieto di utilizzo della Monorotaia, senza trovarlo, commentando così di essersi sentito discriminato, in quanto “nessuno ci ha detto nulla, il ticket è stato pagato regolarmente e il personale, essendo la struttura privata, dovrebbe limitarsi a dare indicazioni all’utenza, ma non può impedire a nessuno di salire o meno su una giostra”.

Aceto promette, pertanto, vie legali per risolvere la questione. Il giudice è, infatti, anche presidente dell’associazione Pianeta Down, che si occupa dal 2003 di rimuovere le barriere ideologiche che ostacolano la crescita culturale delle persone affette dalla sindrome di Down.

Il commento di Enrico di Giuseppantonio, coordinatore regionale Udc.“Sono profondamente rammaricato e umanamente dispiaciuto per l’increscioso episodio accorso al giudice Aldo Aceto e alla sua bambina. Noto con preoccupazione il moltiplicarsi di episodi simili, per questo ritengo sia giunta l’ora di avviare una radicale rivoluzione etica a tutela di quelle persone che meritano grande attenzione e premura, piuttosto che discriminazioni come quella che ha subìto la ragazzina in uno dei parchi di divertimento più importanti d’Italia. Da apprezzare è soprattutto il gesto di un padre che ha evidenziato con lucidità e oggettività un problema che purtroppo accomuna tante altre famiglie che si trovano a vivere esperienze spiacevoli come questa. Auspico vivamente che episodi come questo non si verifichino più. Come Coordinatore regionale dell’Udc e Presidente della Provincia di Chieti esprimo la mia profonda solidarietà al giudice Aceto, che non è nuovo a battaglie simili in difesa dei principi fondamentali che sono alla base del nostro Ordinamento”.