Pescara. Striscioni e slogan sulle magliette indossate dalle tante mogli radunatesi in aula hanno animato il consiglio comunale straordinario che oggi pomeriggio si è riunito per discutere della caso degli ex interinali di Attiva.
Dopo settimane di picchetto davanti al Municipio, i lavoratori della municipalizzata che si occupa della nettezza urbana, “accantonati” da un concorso che ne ha precluso l’assunzione stabilizzata, sono tornati nella sala consiliare ad esporre le proprie rimostranze.
Il risultato istituzionale, votato da 22 dei 20 consiglieri presenti, è stato un ordine del giorno che “impegna sindaco e Giunta ad individuare tutte le azioni possibili per favorire la soluzione delle vertenza e il reinserimento lavoratori degli ex lavoratori interinali di Attiva Spa e in particolare, verificando, mediante formulazione di istanza di interpello al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali la possibilità di procedere alla sottoscrizione, da parte della predetta società nei confronti dei lavoratori interinali che hanno promosso il contenzioso stragiudiziale, di verbali di conciliazione ex art. 2113 Cod. Civ.”.
Mal digerito, però, dai manifestanti, accompagnati da mogli e compagne, a dimostrazione di quanto la vicenda pesi su decine di famiglie: a brutto muso, hanno srotolato uno striscione dal motto ironico “No conciliazione, no party”, e hanno voltato le spalle al Consiglio in segno di contestazione, mostrando la scritta sulle t-shirt: “Sì ai diritti, no ai ricatti”.
“Con 600 euro al mese non si sfama la famiglia, né si costruisce un futuro. Con 600 euro al mese, i lavori socialmente utili e i tirocini formativi, adatti a ragazzi di vent’anni, non a padri di famiglia di 40 o 50 anni, si alimenta solo il precariato, ma soprattutto oggi è stata offesa la dignità di 65 ex lavoratori della Attiva che si sono visti fare l’elemosina”, è il commento del consigliere regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri, in riferimento alla proposta dell’amministrazione comunale di destinare i precari a nuova formazione tesa al reinserimento lavorativo. “Oggi c’è una sola strada da percorrere”, conclude, “, ovvero l’affidamento alla Attiva di nuovi servizi, come la gestione e manutenzione del verde cittadino che consentirà di riassorbire le 65 unità rimaste a casa facendole assumere a tempo indeterminato da una società di somministrazione di lavoro, secondo una formula già applicata senza alcuna obiezione giuridica in altri Comuni italiani”.