Pescara, Piano Spiaggia: “Numeri falsi, più cemento e meno mare libero”

Pescara. Non convincono gli ambientalisti i numeri che, ieri in conferenza stampa, il sindaco Alessandrini e il vicesindaco Del Vecchio hanno snocciolato in merito agli aumenti volumetrici delle costruzioni previsto dal nuovo Piano Spiaggia: “Lo  0,51 %  è un dato falsato”, tuona il Forum Abruzzese per i Diritti dell’Acqua.

“Quel dato si riferisce a  tutta la superficie dell’arenile compresa l’area deputata all’elioterapia e l’area di 5 metri della battigia, che è un’area di libero transito dei bagnanti”, afferma Loredana Di Paola, “il 30% di aumento di volumetria  riguarda solo la fascia destinata ai servizi (30 metri dalla linea delimitata dai muretti del fronte mare) ed è un aumento spropositato rispetto alla situazione attuale della riviera di Pescara. Per stessa ammissione dell’amministrazione – aggiunge l’ambientalista – questo aumento riguarderà ben 44 concessioni su 98, di cui 55 hanno realizzato occupazioni per ben oltre il limite massimo dei 250 metri quadri del Piano vigente”.

Tanto ancora, secondo il Forum, ciò che sindaco e vice non avrebbero esposto: “Alessandrini e Del Vecchio poi hanno omesso di dire – incalza Loredana Di Paola – che aumenterà anche la percentuale di fronte mare occupato di un 5%. Nel nuovo Piano infatti si fissa al 30% il limite di occupazione ( a fronte del 25% attuale) per gli stabilimenti che hanno un fronte mare superiore i 40 metri ( la maggior parte delle concessioni). Inoltre le nuove norme prevedono lo scomputo di tutti gli impianti mobili , dei locali tecnici e di tutte le occupazioni necessarie all’adeguamento della normativa sulle barriere architettoniche. Quindi il 30% di aumento è destinato ad essere ulteriormente incrementato”.

Alla possibilità di autorizzare i bungalow, stanze dove pernottare sulla spiaggia, si oppone invece il Touring Club Italiano: “L’attività ricettiva negli stabilimenti balneari è una tipologia ricettiva extralberghiera per la quale la legge nazionale e quella regionale dettano caratteristiche strutturali incompatibili con la natura urbanistica degli stabilimenti balneari, quindi impossibile da realizzare legittimamente, creando così una situazione caotica che può solo favorire l’abusivismo”, afferma il coordinatore del Club di Pescara, Elio Torlontano.

“Il Piano di Pescara da un lato”, accusa ancora il TCI, “consentirebbe di aumentare i volumi degli stabilimenti del 30%, ricavare locali sotterranei, costruire o ampliare recinzioni; permette d’incrementare passerelle e piattaforme di cemento, occupare con attrezzature e strutture lo specchio d’acqua antistante le concessioni fino a 300 metri dalla costa, impedendo così la libera balneazione e il transito con qualsiasi natante. D’altro canto rimanda il programmato aumento dell’estensione delle spiagge libere – ambite specie da chi non può pagare l’affitto dell’ombrellone – e ne prevede l’occupazione per manifestazioni turistiche e commerciali, quindi le sottrae alla destinazione sociale”.

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