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Pescara, un’anno dalla riapertura di corso Vittorio: “Strada morta, degrado e traffico selvaggio” FOTO

Pescara. “Traffico nel caos, macchine parcheggiate ovunque, smog e  zero controlli”: è il pesante bilancio del primo anno dopo la riapertura al traffico che l’ex vice sindaco Fiorilli traccia su corso Vittorio Emanuele.

Alla fine del mandato dell’amministrazione Albore Mascia, la pedonalizzazione del vialone che taglia in due il centro di Pescara divenne uno dei temi più discussi in assoluto. Un’opera, con interventi costati 1,4 milioni di euro, che divenne il cavallo di battaglia elettorale del centrodestra, pertanto cancellato poco dopo la vittoria del centrosinistra di Alessandrini con l’introduzione della Ztl e del senso unico.

Oggi, un anno dopo la riapertura, l’ex assessore comunale alla Mobilità, Berardino Fiorilli, traccia il suo bilancio: “Una bocciatura su tutta la linea”, afferma mostrando le attuali condizioni del corso: “la cosiddetta ‘zona 30’ sul corso è una presa per i fondelli senza predisporre i controlli adeguati; l’asse è completamente ostruito dalla sosta selvaggia a destra e a sinistra; i pedoni e i ciclisti sono tornati a rivestire un ruolo secondario, costretti a schivare le auto in transito, vanificando lo spirito della riqualificazione. E soprattutto, in barba a ordinanze e chiacchiere, di fatto oggi corso Vittorio Emanuele oggi è già aperto al doppio senso di marcia anche per i mezzi privati, e temiamo sia solo un preambolo per istituzionalizzare anche tale provvedimento, che ci porterà indietro di vent’anni”.

Bocciato da Fiorilli, promotore dell’associazione Pescara Mi Piace, anche il riflesso sul traffico e sullo smog: “via Ferrari è di nuovo un imbuto congestionato, non serve a niente la controstrada realizzata dinanzi alla stazione, troppo lontana dal centro e troppo vicina alla stessa via Ferrari. I rilevamenti quotidiani dell’Arta hanno dimostrato la nuova impennata dei valori delle polveri in tutto il quadrilatero centrale, da via Ferrari, a via Firenze, via Venezia e via Nicola Fabrizi.

Sotto accusa anche la mancanza di controlli sui gesti incivili: “Demolita la pavimentazione in cemento stampato, concepita per sopportare un volute di traffico ridotto rispetto all’attuale, ora costellata da pezze di cemento nero, demolite le colonnine dell’illuminazione a terra, rotte e sporche le fontane, distrutte le panchine, zero manutenzione sulle aiuole”, evidenzia l’ex assessore.

Infine il commercio: “Alessandrini e la sua Giunta hanno riaperto al riaperto al traffico per risollevare le sorti del settore: in un anno sono almeno una decina le attività che hanno chiuso i battenti sul corso, spesso per spostarsi nelll’isola pedonale dove c’è il passeggio. Corso Vittorio Emanuele oggi è una strada spenta, morta e la revoca, su richiesta di D’Alfonso, dell’appalto per il secondo e terzo lotto della filovia, che avrebbero interessato proprio il corso, fanno perdere un’altra occasione per lo sviluppo viario della città e per la sostenibilità di Pescara”.