Pescara. “All’interno della classe politica siciliana c’è chi è più attento e chi meno” al fenomeno mafioso e, proprio per questo, “la società civile deve mantenere alta l’attenzione sulla mafia: meglio evitare quello che chiamo il pendolo delle luci della ribalta”. Così il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, uno dei vincitori del Premio Borsellino, a margine della cerimonia di consegna dei riconoscimenti che si è svolta nella sala consiliare del Comune di Pescara. Clicca qui per leggere l’elenco dei premiati e le motivazioni.
Il procuratore capo di Palermo, nel ritirare il premio, ha anche detto che “la denuncia per estorsione dei 36 imprenditori di Bagheria è un segnale importante, proprio perchè viene da Bagheria. La cosa negativa è rendersi conto come la mafia sia ancora forte e pervasiva, ma c’è anche l’aspetto positivo, ossia la ribellione di un territorio come quello di Bagheria”.
Premiato, tra gli altri, anche il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Dolce, della Procura nazionale antimafia, secondo cui “la classe politica calabrese è in buona parte molto lontana dal condividere un percorso serio di lotta alla ‘ndrangheta. Ci sono ancora pacchetti importanti di voti controllati da mafiosi, che sono in grado di spostarli dove vogliono, su quale partito vogliono e su quale candidato vogliono. A livello nazionale – ha aggiunto Dolce – avverto un’aria abbastanza diversa, ma anche lì ci sono dei lunghi passi in avanti da fare”.
Il procuratore capo dell’Aquila, Fausto Scordella, anche lui premiato per la sezione Legalità, ha parlato di ricostruzione post sisma del capoluogo abruzzese e si è chiesto che fine abbia fatto la proposta di legge presentata da Giovanni Legnini per regolamentare la ricostruzione privata.