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Pescara, 60mila euro per spostare il mercatino africano: commercianti pronti al corteo

Pescara. Dopo oltre due mesi dallo sgombero ordinato e annullato, l’amministrazione comunale annuncia il trasloco del mercatino africano dell’area di risulta in un piazzale pochi metri più a sud, in via De Gasperi, sempre a ridosso della ferrovia: un’operazione da 60mila euro.

Soldi pubblici che serviranno per rendere il piazzale posto al di sotto del binario ferroviario (attualmente inutilizzato) adeguato ad ospitare un “mercatino etnico” con almeno un terzo dei circa 300 piazzisti africani che oggi occupano abusivamente l’area di risulta della stazione centrale. Quattro i mesi che occorrerebbero, compresa l’approvazione di una necessaria variante al piano regolatore generale: particolari emersi ieri nel corso di una riunione tecnica in Comune, alla presenza dell’assessore alle Politiche Sociali, Giuliano Diodati, e quello al commercio, Giacomo Cuzzi.

Dai corridoi del Municipio sarebbe emersa, fonte Pd, la possibilità di un finanziamento dalla Regione di 50mila euro per avallare il trasferimento, notizia che ha scatenato l’ira di Lorenzo Sospiri: Non permetteremo mai che la Regione Abruzzo”, afferma il capogruppo di Forza Italia all’Emiciclo, “la stessa che da un anno e mezzo continua a salassare gli abruzzesi e a tagliare ospedali, Pronto soccorso e punti nascita per assenza di risorse, spenda anche un solo euro per legittimare quel mercato, né consentiremo che il Comune ne spenda 60mila euro per sostenere chi vende merce contraffatta, senza pagare le tasse, ai danni dei commercianti onesti della città. Non comprendiamo – aggiunge Sospiri – come e perché la Regione Abruzzo dovrebbe intervenire addirittura per sostenere economicamente l’eventuale sistemazione di una nuova area da destinare al mercato, una Regione matrigna con i commercianti regolari vessati con ogni genere di imposta e tasse, e pronta invece a investire su ambulanti privi persino della licenza. Ovviamente controlleremo ogni centesimo di spesa del Governatore D’Alfonso, visto che un tale investimento non rientra tra le previsioni di bilancio e soprattutto non rientra tra i compiti della Regione”.

Pronta anche l’opposizione civile, con un comitato di residenti in via De Gasperi che ha già raccolto circa 200 firme per non vedersi le bancarelle sotto casa, e il comitato Lib(e)ri in Piedi attivissimo nel supportarla: “Qualora il comune intenda proseguire nella scellerata volontà di delocalizzare il mercato cosiddetto etnico, sappia che troverà una fermissima e radicale opposizione non solo dei residenti di via De Gasperi, ma di una cospicua fetta di cittadini e commercianti”, afferma il portavoce Marco Forconi. “È inammissibile”, dice il commerciante, “che possano essere spese risorse pubbliche per svariate decine di migliaia di euro al fine di ristabilire il decoro in un’area della città per lo svolgimento di attività commerciale tendenzialmente illegale, mentre centinaia di esercenti rischiano la chiusura per affitti stellari associati ad incuria urbana. Ed inoltre, possibile che nel 2015 si debba ancora assistere alla proliferazione di ghetti, addirittura etnici, anziché spalmare sul territorio chi vuole integrarsi?

Dopo numerose manifestazioni in città per dire di no al mercatino abusivo, Forconi a giorni annuncerà un corteo con altri commercianti per far sentire platealmente le ragioni di chi sostiene come unica alternativa possibile “regolarizzare chi vuole esercitare la professione commerciale, obbligando ad aprirsi una partita IVA e sottoscrivendo un regolare contratto di locazione, oppure chiedendo l’assegnazione per un posto nei vari mercati cittadini”.

“Quel mercato è abusivo sotto ogni profilo”, rimarca Sospiri, “innanzitutto per ragioni di sicurezza, visto che il mercatino è posizionato esattamente sotto il binario, poi perché non ci sono autorizzazioni, non ci sono contratti, la maggior parte degli ambulanti presenti non ha neanche la licenza per vendere, non emette fatturazione, non paga le tasse. A più riprese, poi, è stata segnalata la presenza di merce contraffatta su quelle bancarelle posticce e improvvisate, imponendo blitz congiunti della Polizia municipale e della Guardia di Finanza, con relativi sequestri. Per non parlare dell’assenza delle più elementari norme di sicurezza, con i fili elettrici volanti che, attaccati a non si sa bene a quale contatore, passano da una bancarella all’altra, senza alcuna protezione contro i fenomeni atmosferici. E tutto questo senza dimenticare che comunque quella distesa di stand e merce, posizionata su lenzuola rimediate, non è affatto uno spettacolo dignitoso per la città che si definisce europea”.