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Mare inquinato a Pescara, il dirigente indagato si avvale della facoltà di non rispondere

Pescara. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il dirigente del Comune di Pescara, Tommaso Vespasiano, indagato nell’ambito dell’inchiesta sul mare inquinato e sull’ordinanza di divieto di balneazione.

Accompagnato dal suo legale, l’avvocato Augusto La Morgia, il dirigente ha raggiunto gli uffici della squadra Mobile, ma ha preferito la via del silenzio davanti agli agenti, che su delega della Procura lo avrebbero dovuto interrogare. A suo carico il pm titolare dell’inchiesta, Anna Rita Mantini, ha ipotizzato i reati di falso ideologico e omissione di atti d’ufficio.

Nel pomeriggio verrà sentito, come persona informata sui fatti, anche il vicesindaco del capoluogo adriatico, Enzo Del Vecchio. Nell’inchiesta potrebbero esserci anche altri indagati, ma al momento non si conoscono i loro nomi.

E intanto, dopo il Consiglio comunale straordinario che si è tenuto ieri pomeriggio proprio per affrontare la questione, Berardino Fiorilli, promotore dell’associazione ‘Pescara Mi Piace’, torna ad attaccare il primo cittadino. “Il sindaco Alessandrini – dice Fiorilli – prova anche lui a giocare con la macchina del fango ma, ancora una volta, sbaglia giocattolo, bersaglio e, nel caso specifico, linea difensiva”.

“Al Comune di Pescara – sottolinea Fiorilli, vicesindaco ai tempi di Luigi Albore Mascia – non c’è mai stata alcuna ‘prassi’ consolidata sulla ‘non-pubblicazione’ delle ordinanze di divieto di balneazione: nel 2012 e durante tutto il governo di centro-destra, come dimostrano i documenti protocollati e conservati negli archivi, le ordinanze venivano regolarmente scritte, emesse, pubblicate, notificate agli interessati e, soprattutto, rese note alla cittadinanza al fine di tutelare la salute pubblica”.

“L’attacco di ieri da parte del sindaco Alessandrini, evidentemente mal consigliato dai suoi alleati, non solo è stato di pessimo gusto, vista la mia assenza dall’aula per ragioni di lavoro irrinunciabili, a fronte di tre rinvii ingiustificati della seduta consiliare, ma è stata una grave caduta di stile, peraltro corroborata da false informazioni, perché, sino a oggi, il sottoscritto non ha mai denunciato lo stesso primo cittadino, come lui stesso ha erroneamente urlato ieri in aula, ma mi sono limitato a segnalare pubblicamente alla città un fatto pubblico, ossia la mancata ufficializzazione di un grave divieto di balneazione sul quale, a oggi – conclude – comunque il sindaco continua a non rispondere e a non fornire uno straccio di giustificazione”.