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Cinzia e Rolando la prima Unione Civile di Pescara

Pescara. Nonostante le polemiche di chi vedeva minacciata la famiglia tradizionale da una sorta di apripista ai matrimoni gay, è stata una coppia eterosessuale la prima a iscriversi al registro delle unioni civili, appena approvato a Pescara.

Si tratta di Rolando Pennese e Cinzia De Paolis, insieme da ben 37 anni, ai quali è stato consegnato stamane in Sala giunta il primo attestato di iscrizione al registro comunale delle Unioni civili. “Pescara apre ai diritti di tutti – così il sindaco Marco Alessandrini – questo registro era rimasto per troppo tempo nei cassetti dell’Ente, lo abbiamo tirato fuori, gli abbiamo trovato una collocazione e lo abbiamo aperto perché potesse accogliere lo status di chi sceglie di non ratificare la propria unione attraverso un matrimonio, assicurando diritti che competono a tutti i cittadini che formano un nucleo familiare. Siamo concenti che ad inaugurare questa pratica sia una coppia di lungo corso, Rolando e Cinzia ci hanno detto di stare insieme da ben 37 anni e a loro va il ringraziamento e dell’Amministrazione ad essere testimoni nel cammino verso la parità dei diritti civili e l’augurio per questa significativa tappa che ci unisce e che hanno deciso di celebrare”

“Sono tante le richieste di iscrizione al Registro – aggiunge l’assessore all’Anagrafe e Stato Civile Laura Di Pietro – quelle ad oggi formalizzate riguardano 4 coppie, al momento tutte etero. Insieme alla richiesta gli Uffici informano gli interessati anche circa i benefici che tale iscrizione comporta, ovvero il godimento di tutti i diritti e servizi che il Comune riconosce alle famiglie formatesi a seguito di un matrimonio civile o religioso, benefici e modalità che saranno riassunte in una sezione dedicata del sito del Comune che sarà online a giorni. I tempi sono rapidissimi, dalla richiesta all’iscrizione non passano due giorni, l’auspicio è che questo registro possa essere utilizzato per quello che è, una risposta a tutte le esigenze e le istanze che arrivano dalla comunità. A tale proposito ci auguriamo anche che la legge nazionale di riferimento non tardi ad arrivare per dare ai Comuni un maggior raggio di applicazione dei diritti civili a chi per scelta o status chiede di essere tutelato e garantito”.