Pescara, Sblocca Italia: Greenpeace scende in piazza e boccia Renzi

Pescara. Anche il gruppo locale di Greenpeace ha messo ai voti la politica energetica di Renzi (Decreto Sblocca Italia, 133/2014, art. 36), decretandone la bocciatura su tutta la linea.

Come in altre 22 città italiane, anche a Pescara i volontari di Greenpeace sono scesi in piazza Salotto e hanno esposto uno striscione con la scritta ‘Rinnovabili: governo bocciato’, incontrando e informando i cittadini sulle nuove politiche renziane, che aprono la strada (anzi, il mare) alle multinazionali in cerca di idrocarburi sui fondali marini italiani.

L’articolo 36 del decreto Sblocca Italia può risultare allettante per i governi locali, poiché prevede incentivi finanziari per quelle regioni che danno il via libera alle trivelle, che all’interno del testo legislativo vengono definite “misure a favore degli interventi di sviluppo”.

Il testo cita “Istituzione del Fondo per la promozione di misure di sviluppo economico e l’attivazione di una social card nei territori interessati dalle estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi”.

Non solo, ma i governatori regionali, quand’anche volessero sottrarsi al godimento degli incentivi statali per perseguire politiche a favore dello sviluppo sostenibile (è stato ad esempio il caso del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, intervenuto sulla questione della Val d’Agri, presa di mira da Eni che vuole le autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi) vanno poi a scontrarsi con l’articolo 38 del Decreto Sblocca Italia:

con l’articolo 38, di fatto, viene tolto ai governi regionali il potere decisorio in merito alle autorizzazioni ambientali (nel testo si parla soltanto di generiche intese con le Regioni), conferendolo al Ministero all’Ambiente e al Ministero dello Sviluppo economico.
Cita infatti il testo legislativo:

“Al fine di tutelare le risorse nazionali di idrocarburi in mare localizzate nel mare continentale e in ambiti posti in prossimità delle aree di altri Paesi rivieraschi oggetto di attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, per assicurare il relativo gettito fiscale allo Stato e al fine di valorizzare e provare in campo l’utilizzo delle migliori tecnologie nello svolgimento dell’attività mineraria, il Ministero dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le Regioni interessate, può autorizzare, previo espletamento della procedura di valutazione di impatto ambientale […], progetti sperimentali di coltivazione di giacimenti”.

L’articolo 38 quindi è il vero nodo delle politiche energetiche dello Sblocca Italia.

L’attività dei volontari di Greenpeace si inserisce in un weekend di mobilitazioni organizzate in tutto il mondo in vista della Conferenza sul Clima (COP21) che si terrà a Parigi il prossimo dicembre. In 25 Paesi sono in corso diverse manifestazioni per promuovere energie rinnovabili ed efficienza energetica, le uniche vere soluzioni per contrastare i cambiamenti climatici.

In vista della COP21 del prossimo dicembre, Greenpeace chiede ai leader mondiali uno sforzo di ambizione e risolutezza per contrastare i cambiamenti climatici. Al vertice di Parigi occorre sottoscrivere un accordo vincolante che preveda un futuro 100 per cento rinnovabile per tutti entro il 2050, obiettivo assolutamente alla nostra portata, come dimostra anche il report ‘Energy Revolution 2015’, pubblicato questa settimana da Greenpeace.

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