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Sfruttano il marchio AirBnB per rubare dati e documenti: truffa tentata anche a Pescara

Pescara. E’ il più popolare portale online dedicato alla prenotazione di camere per vacanze al di fuori dei circuiti alberghieri: AirBnB, piattaforma social che mette in contatto persone in ricerca di un alloggio per brevi periodi con persone che dispongono uno spazio extra da affittare, generalmente privati.

Attivo in oltre 26mila città e 192 Paesi, ha raggiunto 10 milioni di notti prenotate in tutto il mondo, i suoi annunci includono stanze private, interi appartamenti, castelli, ville, barche, baite, case sugli alberi, igloo, isole private e qualsiasi altro alloggio. Niente a che vedere, però, con gli annunci di affitto di una tradizionale agenzia immobiliare.

Meccanismo semplice: voglio fare una vacanza senza spendere troppo in albergo, cerco su www.airbnb.com una camera nella città che desidero, leggo le recensioni di chi ha già pernottato lì, prenoto, pago on line la quota direttamente ad AirBnb che, accertato il mio ceck-in, a garanzia che gli annunci non siano per “case fantasma”, entro 24 ore versa la quota al proprietario di casa, che io incontrerò sul posto per ricevere le chiavi. Tutto a prova di truffa, quindi.

C’è chi, però, prova a sfruttarne il nome e la popolarità per tentare il pishing, tipica truffa consumata su internet per ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso. Ed è avvenuto anche a Pescara, dove un uomo in cerca di una sistemazione per diversi mesi, si è messo a navigare tra i più tradizionali siti di annunci d’affitto. Si è imbattuto, su un sito che niente ha a che fare con AirBnB, in quello per un appartamento in via Silvio Pellico, pieno centro pescarese, ma si è subito accorto della stranezza della trattativa proposta. In sostanza, alla richiesta via mail di informazioni sulla metratura, sulle stanze e sul canone d’affitto si è visto rispondere così: “La prenotazione sarà effettuata tramite il sito www.airbnb.com e loro gestiranno la trattativa”.

Niente di più anomalo, ma ogni dubbio sul tentativo di truffa viene fugato dalle successive richieste: “Vi sto chiedendo il primo mese di affitto che è 350 euro più 350 euro deposito di garanzia (700 euro) da inviare a loro. Le chiavi vi saranno inviate insieme al contratto d’affitto entro 2/3 giorni lavorativi. Dopo il versamento del deposito potrete ispezionare l’appartamento, e se deciderete di firmarlo io verrò pagato da AirBnB, nel caso contrario, il deposito totale vi sarà restituito”. Non una richiesta diretta di denaro, bensì quella di dati personali, con tanto di fotocopia dei documenti d’identità: “Mi faccia avere l’indirizzo completo dove devo inviare le chiavi e il contratto, così possiamo iniziare la transazione, e una fotocopia dei documenti a chi devi intestare il contratto”, chiede il fantomatico locatore. A questo punto, i più ingenui avrebbero provato persino a chiedere spiegazioni contattando il numero di telefono allegato, che già dal prefisso corrisponde a un recapito della Grecia, dunque particolarmente caro da chiamare, molto probabilmente collegato a meccanismi truffaldini che riescono a “rubare” il credito telefonico.

Il pescarese, però, non solo non è caduto nella trappola, ma si è rivolto alla pagina Facebook del portale denunciando il fatto e chiedendo spiegazioni: “Questa persona non è parte della nostra comunità e non è in alcun modo affiliata ad AirBnb”, hanno risposto immediatamente gli amministratori della pagina, riferendosi al mittente della mail sospetta, affermando che sono molte le segnalazioni ricevute a riguardo e ribadendo: “Non siamo un’agenzia, non abbiamo le chiavo degli appartamenti, non chiediamo un deposito per vedere l’appartamento e non accettiamo il bonifico come metodo di pagamento”.

L’invito finale rivolto da AirBnB è stato quello di non procedere al pagamento; il nostro, con la speranza che questo articolo possa essere utile ad evitare tranelli ai nostri lettori, è il tradizionale “Occhio alla truffa!”.