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Fogna in mare a Pescara: Alessandrini e Damiani sotto la lente della Regione

Pescara. È stata convocata per il prossimo 3 settembre, alle ore 11, la nuova seduta della Commissione regionale Vigilanza, presieduta da Mauro Febbo, per affrontare l’emergenza balneazione di Pescara, determinata dallo sversamento in mare di liquami fognari, dopo la rottura della conduttura di via Raiale del 28 luglio scorso.

In audizione sono stati chiamati il sindaco Alessandrini, l’assessore regionale all’Ambiente Mario Mazzocca, il direttore dell’Arta, Giovanni Damiani, assente nella prima seduta in quanto bloccato a Pescara per la consegna degli atti alla Procura, e la Asl.

“Giovedì sarà l’occasione per avere risposte ai nostri interrogativi ai quali nessuno, lo scorso 13 agosto, ha saputo replicare”, commenta il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, ufficializzando la data della prossima seduta di Commissione, “ovvero come sia potuto accadere un simile evento in piena stagione estiva, perché il sindaco non ha reso noto il divieto di balneazione consentendo ai cittadini di farsi il bagno tra le feci per cinque giorni, se la Regione era stata avvisata tempestivamente e come la Regione intende censurare il comportamento omissivo del sindaco Alessandrini che, ci auguriamo, sia presente a L’Aquila e non abbia bisogno di 10 ore per prepararsi al Consiglio comunale previsto nel pomeriggio”.

“L’assessore Mazzocca nella scorsa seduta ha detto di non essere in grado di dare queste risposte e si è riservato di fornirle entro la seduta di giovedì 3 settembre, per avere il tempo di acquisire la documentazione inerente il ‘caso’”, prosegue Sospiri. “Giovedì risentiremo anche la dottoressa Carla Granchelli, Direttore dell’Ufficio Igiene, Epidemiologia e sanità pubblica della Asl di Pescara – aggiunge ancora il capogruppo Forzista, “alla quale abbiamo invece chiesto di accertare la regolarità delle procedure seguite da Arta e Aca nell’utilizzo dell’Oxystrong sversato direttamente nella rete fognaria, anziché usarlo solo la disinfezione delle vasche di depurazione, come indicherebbe la norma, e anche di accertare, con la Direzione generale della Asl, gli effetti sulla popolazione causati dallo sversamento dei liquami, sotto il profilo sanitario, allargando l’indagine non solo ai reparti dell’ospedale civile di Pescara, ma anche a Guardie mediche, medici di base e farmacisti”.