Luciano, figlio di piccoli agricoltori, è conosciuto da tutti a Biccari, gioca a calcio in II categoria nella squadra locale, lavora come artigiano in una ditta del suo Paese, è un ragazzo benvisto, amato e stimato.
Fuori dal reparto di rianimazione, speranzosi ed ancora increduli famigliari ed amici. Agnese, la madre, partita da Biccari non appena ricevuta la notizia, da due giorni è a guardia del reparto, non si muove dalla sedia posta di fronte al vetro di Luciano e per il figlio spera solo in un miracolo: “è una cosa che mio figlio non meritava, che nessuno meriterebbe, neanche il peggiore dei criminali, prego solo perché il mio Lucianino si riprenda”. Arrivato da Biccari a chiedere giustizia, anche il I cittadino, Gianfilippo Mignogna: “sono qui per far si che un gesto barbaro, a tratti inumano non rimanga in un silenzio indifferente”.
Il PM Giampiero di Florio, muove a Claudio Spinelli, il rom-aggressore, l’accusa di tentato omicidio, mentre il vice questore Nicola Zupo torna a parlare: “Nessuno, dico nessuno, si è sentito in dover di far nulla, un’omertà vergognosa. Per reagire bisogna denunciare, bisogna manifestare e non ritrarsi nell’indifferenza del silenzio”.
Poco fa anche il I cittadino di Pescara, Luigi Albore Mascia e il Presidente della Provincia, Guerino Testa hanno incontrato i famigliari del ragazzo per dimostrargli piena solidarietà anche da parte delle istituzioni locali.
Monica Coletti
Foto tratta da : “Luceraweb.eu”