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Pescara, ‘gli invisibili’ al centro del mirino dello sfruttamento lavorativo

Pescara. Vengono spesso definiti gli ‘invisibili’: si tratta di senzatetto e immigrati, di persone oggetto dell’indifferenza generale, dignitosi al punto da riuscire perfino a scherzare, che non vogliono suscitare pietà, ma la presa di coscienza di una situazione.

E’ questo il messaggio del film ‘Il supermercato’ e il senso della serata lancio organizzata dall’associazione ‘Train de Vie’ in collaborazione con ‘Garage Lab’, che si è svolta ieri, 7 maggio, al Teatro Massimo.

Il film, realizzato dai senzatetto del centro e in attesa di essere prodotto, mette in luce il loro mondo, fatto di arte d’arrangiarsi e d’ironia, della consapevolezza che “Se c’è chi ha troppo e chi non ha nulla, evidentemente qualcuno ha rubato”.

Il progetto del film ‘Il supermercato’ nasce proprio laboratorio cinematografico del centro polifunzionale ‘Train de Vie’, da anni impegnato nei territori di Abruzzo, Marche e Molise: si tratta di un impegno attivo, lontano da ogni forma di assistenzialismo buonista, fatto in strada, a diretto contatto con ‘gli ultimi’. A loro gli operatori del centro si avvicinano in modo diretto, anche giocoso, ma soprattutto concreto: fanno rete, offrono tutela alle persone sfruttate.

La tratta e lo sfruttamento degli esseri umani riguarda molteplici settori, che rendono parecchio soprattutto ad agromafie e mafia edilizia. Le regioni di Mezzogiorno e Centro Italia sono quelle con il più elevato numero di immigrazioni clandestine, perché oggetto di vere e proprie ‘tratte di schiavi’, che avvengono con modalità di ‘reclutamento’ del tutto simili al racket della prostituzione: la promessa di una vita decorosa e di un lavoro; il debito di un viaggio, che le donne devono ripagare sulla strada e gli uomini nei campi e nei cantieri.

A livello locale, la differenza è che mentre la prostituzione non rappresenta il guadagno principale della criminalità organizzata autoctona, lo sfruttamento del lavoro nei campi e nel settore edilizio è invece il perno su cui poggia il guadagno della malavita imprenditoriale.

Tant’è che la zona della Marsica spunta nelle dichiarazioni fatte da Gianluca Costa, il pentito di mafia che ha svelato alla Dda le alleanze tra i Casalesi e i vertici di Cosa Nostra, anche riguardo al traffico della distribuzione all’ingrosso dei prodotti ortofrutticoli. Secondo quanto svelato da Costa, che è stato uno dei trasportatori, in giro per l’Italia, di prodotti provenienti anche dai territori della Marsica, il sistema di acquisto e vendita di quei prodotti sarebbe gestito da Corleonesi e Casalesi, in accordo con l’imprenditoria agricola locale. Nella Valle del Fucino avvengono le raccolte di prodotti ortofrutticoli, soprattutto pomodori, dove vengono occupati lavoratori magrebini, macedoni, albanesi o comunitari, provenienti da Polonia e Romania.

Non sembra essere un caso, quindi, se la provincia dell’Aquila, stando al XXIII Rapporto internazionale sull’Immigrazione, è risultata quella con la più alta concentrazione di immigrati stranieri in Abruzzo.