Pescara, i testimoni al processo Ato: Tutto regolare

Pescara. Con l’audizione di alcuni testimoni dell’accusa e della difesa e’ ripreso oggi il processo davanti al Tribunale collegiale di Pescara al cosiddetto Partito dell’acqua.

Questa mattina sono stati ascoltati nuovamente alcuni testimoni dell’accusa in quanto è cambiato un componente del collegio. I testi, come ad esempio il prof. Giampiero Di Plinio, hanno ribadito quanto dichiarato in precedenza. Nello specifico, il consulente Di Plinio ha sostanzialmente ribadito che le assunzioni all’Ato non avvenivano attraverso un concorso pubblico ma tramite chiamata diretta e che questo avrebbe comportato maggiori spese per l’ente e quindi per i cittadini. Sul banco dei testimoni anche alcuni dipendenti dell’Ato citati dalla difesa, i quali, relativamente ai viaggi a Roma e alle spese di rappresentanza di D’Ambrosio, alle cene e alle multe, hanno sostenuto che per loro dal punto di vista formale era tutto regolare perche’ c’erano i documenti giustificativi. Tra i testimoni della difesa anche un funzionario della Regione del settore idrico, il quale ha detto che con D’Ambrosio ha avuto rapporti di natura istituzionale.

Il cosiddetto Partito dell’Acqua che si sarebbe creato nell’ambito dell’Ato numero 4 pescarese, conta tra gli imputati l’ex presidente dell’Ato Giorgio D’Ambrosio, l’ex sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma, l’ex sindaco di Francavilla Roberto Angelucci (entrambi ex componenti del cda Ato) e il professore Luigi Panzone. Nel mirino del pm un presunto utilizzo improprio delle risorse economiche e strutturali dell’Ato per fini propri tra il 2003 e il mese di dicembre 2007. Secondo l’accusa, l’ex presidente dell’Ato avrebbe utilizzato la macchina dell’ente per assolvere ai proprio impegni politici a Roma, dove si recava in qualita’ di parlamentare, con spese a totale carico dell’Ato per cio’ che riguarda benzina- telepass e numerose multe al Codice della Strada. Sotto la lente d’ingrandimento anche cene e pranzi che venivano fatte passare come spese di rappresentanza e che, sempre secondo l’accusa, non erano tali. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di peculato, corruzione, abuso d’ufficio, falsita’ materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsita’ ideologica, distruzione di documenti, truffa ai danni dello Stato e in violazione dell’articolo 97 della Costituzione.

Il processo riprende domani alle 14 con l’audizione di altri testimoni.

 

 

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