Pescara. E’ stata rinviata al 16 aprile, per impedimento dei difensori, la prima udienza davanti al gup del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, del processo che vede coinvolto il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale del capoluogo adriatico, Maurizio Rosati, 54 anni, originario di Atri, accusato di omissione di atti d’ufficio, interruzione di servizio pubblico, abuso d’ufficio e peculato.
Nello specifico, secondo il pm Gennaro Varone, Rosati avrebbe “indotto le sue assistite bisognose di prestazioni ginecologiche, a rivolgersi a lui come medico privato a garanzia di un rapido scorrere della lista di attesa operatoria, altrimenti impegnate per mesi, se non per anni”. Inoltre, sempre secondo l’accusa, avrebbe “dimesso o fatto dimettere pazienti, pur bisognose di interventi ginecologici, che si erano rivolte a medici diversi da lui per visite private, determinando con questo accentramento una lista di attesa – spesso arbitrariamente compilata in ritardo per evitare si scoprisse il disservizio provocato – per la chirurgia ginecologica interminabile che induceva le pazienti o a rivolgersi a lui quale medico privato o a rivolgersi ad altre strutture con attese che provocavano ingiustificate sofferenze”.
Inoltre, il primario e’ accusato di peculato in concorso con la sua collaboratrice, Antonietta Giglio, in quanto avrebbe “affidato” alla donna il telefono mobile aziendale, il cui costo era a carico della Asl, “affinche’ ne disponesse liberamente come fosse proprio”.