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Pescara, inchiesta dragaggio: la marineria parte civile per il porto bloccato

L’Aquila. Oltre cento persone costituite parte civile nel processo sul dragaggio del porto: armatori e pescatori della marineria di Pescara chiedono di essere risarciti per i lunghi mesi di stop causati dal mancato intervento sull’insabbiamento dei fondali di canale e darsena.

La richiesta è stata accolta ieri nel corso dell’udienza preliminare, presieduta dal gup del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, sul procedimento che vede indagate 33 persone. Corruzione, truffa, traffico illecito di rifiuti, falso, turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture e scarico di metalli pesanti in mare i reati contestati dalla Procura distrettuale antimafia dell’Aquila, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto appalto pilotato per lo scavo dei fanghi accumulati per anni sui fondali dello scalo portuale.

Nel mirino dei sostituti procuratori Antonietta Picardi e Simonetta Ciccarelli politici, imprenditori e funzionari pubblici. Tra gli altri, Angelo Bellafronte Taraborrelli, ex dirigente ai Comuni di Pescara e Montesilvano e supporto al responsabile unico del procedimento per l’appalto del dragaggio, Giuseppe Biscontin, funzionario della società “La Dragaggi”, presunta favorita nell’appalto, e l’ex presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, già commissario straordinari per il dragaggio. Indagati anche i titolari della ditta Nicolaj, accusati di traffico illecito e gestione non autorizzata di rifiuti, ovvero i fanghi inquinati dragati dal fiume e illecitamente smaltiti.

Su quest’ultimo punto, è’ stata inoltre accolta la richiesta di incidente probatorio per esperire una consulenza tecnica sulla individuazione del numero identificativo dei fanghi, ed è stata accetta la costituzione di parte civile del comune di Collecorvino, comune nel quale sarebbero stati conferiti in discarica i fanghi illecitamente smaltiti.

Il giudice ha inoltre accolto una eccezione di competenza territoriale per alcuni reati (tra i quali quello di turbativa d’asta) per cui una parte del procedimento e’ stata rimessa a Pescara. Sara’ dunque il giudice naturale, stabilito oggi, quello di Pescara che potrebbe procedere alla citazione diretta oppure fissare una nuova udienza preliminare.