Sulmona. La Fp Cgil provinciale ritiene inaccettabile quanto la chiusura del Punto nascita di Sulmona deliberata da parte del Comitato Percorso Nascite del Ministero della Salute.
A nostro parere tale decisione configura un vero e proprio attacco non solo al territorio di Sulmona e della Valle Peligna ma a tutte le aree interne dell’Abruzzo. Sono anni che si ascoltano motivazioni assolutamente parziali e che evidenziano una completa ignoranza rispetto alla configurazione orografica del territorio e del reale bacino di utenza di riferimento, considerando tra l’altro la condizione di crisi economica che persevera nei nostri territori. E’ assurdo ed inaccettabile che debbano essere le future mamme a recarsi in centri lontani dalle proprie abitazioni e non possa essere il servizio ad avvicinarsi a chi ne ha bisogno, essendo il diritto alla salute inalienabile e di prossimità. Il punto nascita di Sulmona è prima di tutto una questione di civiltà. Sguarnire un territorio così vasto di un presidio fondamentale sarebbe una scelta scellerata.
Si apprende che il suddetto Comitato avrebbe deliberato anche in relazione al numero di parti effettuati, ma tale criterio deve essere analizzato nella sua interezza. Infatti, non possono essere imputati ai cittadini e agli utenti i mancati investimenti, sia in termini di personale che in termini di tecnologie, che avrebbero consentito in questi anni un’inversione di tendenza dell’attrattività del reparto e il rilancio del nosocomio peligno.
Riteniamo strategica e fondamentale la permanenza del Punto Nascita nel territorio della Valle Peligna anche in considerazione della qualità del servizio prestato dagli operatori sanitari. Ricordiamo che nel 2016 il reparto è stato trasferito nell’ala più sicura dell’ospedale, restituendo così maggiore fiducia alle mamme in termini di sicurezza logistica, un sito che ad oggi risulta tra i pochi presidi adeguati alle normative antisismiche.
Sconcertanti appaiono inoltre le dichiarazioni del Comitato, che nell’escludere l’ospedale di Sulmona dalle cosiddette zone disagiate afferma che “il suo bacino di utenza non dista più di un’ora dai punti nascita alternativi” e nel contempo che “il disagio orografico, anche nel periodo invernale, sembra contenuto”.
Tali affermazioni evidenziano per l’ennesima volta una grave disattenzione da parte della burocrazia ministeriale rispetto alle problematiche delle aree interne, che continuano a subire un inesorabile spopolamento. Infatti l’atteggiamento riscontrato da parte del Ministero non tiene conto della funzionalità e della necessità dei servizi di queste aree.
La Fp Cgil si oppone dunque a scelte che rischiano di mettere in ginocchio un intero territorio, ed è sin da ora pronta alla mobilitazione e, se necessario, anche alla proclamazione dello sciopero. Le istituzioni e la politica devono tornare a svolgere il loro ruolo a difesa del territorio, dei cittadini e degli operatori sanitari poiché hanno l’obbligo costituzionale di dover assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino senza dimenticare il contesto sociale, territoriale ed orografico in cui si vive.
La posizione di Mauro Febbo. “La chiusura del Punto nascita di Sulmona è solo l’ultimo scellerato atto compiuto con il silenzio assenso da una giunta regionale inadempiente che continua a prendere in giro i cittadini e la sanità abruzzese”. Questo il commento del consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo che aggiunge quanto segue: “La grave decisione del Ministero di chiudere l’unico Punto nascita della Valle Peligna è riconducibile esclusivamente all’immobilismo di questo governo regionale che nulla o poco ha fatto per bloccare in maniera incisiva le decisioni del Comitato Percorso Nascite Nazionale (CPNN) del Ministero della Salute. Infatti dal verbale del Tavolo di Monitoraggio del 26 Luglio viene riportato quanto segue: “Tavolo e Comitato, nella riunione del 10/04/2018, rinnovavano la richiesta di trasmettere un puntuale cronoprogramma di superamento delle criticità finalizzato all’implementazione in modo omogeneo delle reti STAM e STEN sull’intero territorio regionale e chiedevano aggiornamenti sul punto nascita sub-standard di Sulmona (vedi allegato)”. È evidente che siamo di fronte al più totale immobilismo e ad un atteggiamento di presunzione istituzionale in quanto la giunta e l’assessore regionale Paolucci non eseguono le prescrizioni indicate dal Ministero che ‘RINNOVAVA’ già dalla riunione del 10 aprile 2018 a procedere a trasmettere uno specifico e puntuale crono programma. Una questione divenuta più annosa che ha contribuito il Ministero a dirimere il problema con la chiusura del Punto nascita di Sulmona.
Oggi è lampante ed evidente che le responsabilità sono riconducibili tutte a questa giunta regionale ed ai suoi componenti. Come nulla ha prodotto la millantata proposta di Legge presentata e pubblicizzata dal Movimento Cinque Stelle su tutti i territori per risolvere i problemi delle aree interne che doveva ottenere una “sospensione” del Decreto Lorenzin o, addirittura, l’ultima sortita dove i parlamentari grillini annunciavano una proposta di legge per l’abolizione del DM 70/2015.
La chiusura del punto nascita di Sulmona invece dimostra come i Cinque Stelle hanno solo svolto una mera campagna elettorale inconsistente, vuota, inattuabile e senza riuscire a risolvere i problemi di cui l’Abruzzo ha urgentemente bisogno di affrontare con una diversa e competente classe dirigente”.