Il tanfo era inequivocabile così come le immagini raccolte dall’associazione in cui si vede l’acqua del canale rifluire nel Fosso La Vera, con un contrasto evidente tra le acque limpide e quelle sporche. La segnalazione è arrivata ai Carabinieri Forestali del Parco di Pescocostanzo che hanno già avviato le attività di ricognizione sul posto e le indagini per risalire ai responsabili.
Dichiara Augusto De Sanctis, presidente della SOA Onlus “La presenza di scarichi non depurati è un problema che sta colpendo anche le aree più delicate e importanti dal punto di vista naturalistico della regione; dopo il Sangro a Pescasseroli nel parco nazionale d’Abruzzo ci siamo trovati davanti a questo scempio in un altro parco nazionale, quello della Majella.
Ricordo che nella zona dei Quarti ci sono specie animali e vegetali acquatiche rarissime protette a livello comunitario come il Tritone crestato, un anfibio, e la Rovella, un pesce. In questi luoghi la cura e il rispetto del territorio dovrebbero essere ancor più stringenti.
Ovviamente collaboreremo con le forze dell’ordine perché i responsabili del caso specifico siano puniti ma è necessaria in generale un’azione efficace sul tema della depurazione nella regione visto che siamo stati già condannati a livello europeo e altre sanzioni sono in vista perché l’Abruzzo non soddisfa i requisiti europei per la gestione degli scarichi. In particolare anche nell’agglomerato di Pescocostanzo è urgente completare quanto prima tutte le opere necessarie e programmate per migliorare l’efficienza del collettamento delle acque di scarico e del depuratore”.