L’annuncio arriva direttamente da Giovanni Granati, attualmente in visita tra Abu dhabi e Dubai per convegni ed impegni lavorativi che lo vedranno impegnato nei prossimi anni negli Emirati Arabi Uniti.
Dopo un esposto presentato al parco nazionale del Gran Sasso, mosso nei miei confronti da parte della SOA nell’aprile del 2019 dopo ben 15 anni di presenza in questo territorio, ho deciso nello stesso mese di richiedere all’ente parco un autorizzazione al volo delle mie aquile, in particolare di Inca l’aquila. La richiesta, perfettamente in linea con altre autorizzazioni rilasciate in parchi più importanti, come ad esempio il parco del Gran paradiso, chiedeva semplicemente la possibilità di volare in alcune giornate e per un tempo limitato le aquile, senza fini venatori considerato che l’aquila, seppur predatrice in natura, in allevamento non è addestrata a cacciare o vagare ma soprattutto non è considerata mezzo di caccia secondo la legge 157.
Il parco dopo 6 mesi dalla richiesta mi ha risposto dandomi esito negativo e dando quindi ragione alla SOA che ha aggredito più volte il mio operato a mezzo stampa e pubblicamente sui social anche in altri frangenti, dando vita ad un carnevalesco pedinamento mediatico e descrivendo la falconeria moderna in maniera erronea e con notevole dispregio in ogni frangente.
A prescindere dal proprio parere personale su quello che può essere l’allevamento di questi animali o le dimostrazioni che con essi vengono fatte per scopi turistici e quindi di rilancio del territorio che rimangono materia salvaguardata da normativa internazionale cites e quindi di competenza dei carabinieri forestali (di cui nutro profondo stima e rispetto) e non di associazioni di parte, un esito negativo significa non dare la possibilità ad un aquila di poter volare nell’ambiente naturale per il quale è stata progettata, seppur nata in allevamento , quindi in alta quota, considerando che tutti i monti sono all’interno dei parchi. Questo risulta essere un vero e proprio paradosso che si sta via via concretizzando in questa epoca in un filone moderno considerato ormai alla stregua del nazianimalismo.
Così non ci meravigliamo se addirittura i pastori dovranno girare con i cani da pastorizzia al guinzaglio e con la museruola per non disturbare la fauna locale. Ci troviamo nel pieno nichilismo moderno, dove tutte le tradizioni, compresa l’arte antica della falconeria,presente nel nostro territorio grazie al imperatore Federico II di Svevia (Corrado IV figlio di Federico II fu edificatore della stessa città di L’Aquila ) , vengono prese di mira ed attaccate, seppur essa ad oggi viene considerata patrimonio inestimabile dell’umanità UNESCO dicembre 2016, come anche la perdonanza celestiniana da poco inserita.
Personalmente rimango deluso di come il parco abbia risposto grossolanamente alla mia richiesta seppur capisco che questa era scontata visto che la stessa SOA collabora per il parco. Rimango amareggiato per tutto il lavoro che ho svolto in cooperazione con il comune di Calascio di rilancio del territorio(il National Geographic ha considerato la Rocca di calascio uno dei 10 castelli più belli al mondo) mosso per passione della zona e della sua storia più che per economia( il film lady hawke è stato girato al castello di Rocca calascio), con un territorio stremato a causa degli eventi sismici a cui anch’io personalmente ho dovuto sottostare, con abitazione distrutta, economia azzerata e vita da ricostruire senza il minimo aiuto statale.
In un primo momento avevo pensato di ricorrere al TAR con il mio avvocato di fiducia, avv. Rodolfo Ludovici, ma dopo un’attenta analisi ho deciso di evitare una guerra contro i mulini a vento che mi porterebbe solo ed esclusivamente ad incentrare le mie forze su una problematica che va al di la delle mie competenze ed una guerra che non vale la pena vincere. Chi sono io per attaccare l’ente parco? Chi sono io per dire che questo ente non ha la possibilità di operare, visto che fonda i suoi ideali su una normativa ministeriale del 91 che stabiliva di produrre entro 6 mesi uno un regolamento e un piano in accordo con tutti i comuni facenti parte del suo comprensorio che non è mai stato fatto? Chi sono io per dire che ogni atto o parere è quindi praticamente nullo e illegittimo ? Chi sono io per dire che sempre più questo ente sta assumendo le sembianze di un parco giochi per pochi eletti? Chi sono io per dire che la Soa è composta da persone che si definiscono scienziate e quindi dotte o addirittura sagge, ma dall’alto della loro saggezza vanno contro ad una tradizione ed un arte con 1000 anni di storia italiana e 5000 internazionale? Un’arte e una scienza che ha dato vita e continua ad alimentare ancora teorie e testi su cui hanno studiato scienziati, ornitologi e universitari ?(alcuni esempi di falconieri nella storia Aristotele, Leonardo Da Vinci, Federico II , Shakespeare , Napoleone)Ed infine Chi sono io per chiedere un controllo sui rapporti interni tra parco e associazioni, dei finanziamenti che da essi derivano e delle reali motivazioni per cui questi movimenti vengono alimentati ? Ebbene si io sono un semplice allevatore, come mi ha definito nel suo ultimo articolo il presidente della Società ornitologica abruzzese dott.re pellegrini, seppur non faccio allevamento, e quindi rimando questi quesiti alle amministrazioni comunali, alla regione e agli organi competenti , che si stanno vedendo via via scavalcare e deprivare di poteri che dovrebbero rimanere in mano ai cittadini.
Un pastore come un falconiere, dovrebbe essere incentivato e quindi finanziato da coloro che da normativa dovrebbero rispettare gli usi e le tradizioni locali(art . 11 2 bis Legge 91), non penalizzato e portato alla stregua di dover cambiare territorio o addirittura di dover lasciare la propria passione-lavoro.
La decisione quindi è quella di lasciare il territorio di Calascio e di continuare a concentrarmi sui progetti internazionali con cui fortunatamente sto ricevendo notevole successo come si dice “nessuno è profeta in patria”. È da considerare anche il fatto che il prossimo Expo(2020) si terrà proprio a Dubai, dove Granati si trova in visita in questi giorni; gli arabi della penisola mediorientale prestano ed hanno sempre avuto notevole interesse nei confronti della falconeria considerata attività nobiliare, ed il territorio di Calascio avrebbe potuto essere al centro dell’attenzione anche grazie a questi eventi.
Il Festival delle aquile quindi verrà spostato in luogo esterno al parco per evitare di infastidire non tanto gli animali selvatici presenti, visto che le aquile allevate non volavano per fini venatori e che è etologicamente provato che il semplice volo libero senza fine predatorio non reca disturbo alcuno, ma i membri della società ornitologica abruzzese SOA ricordando sempre che, disturba più un uomo al passeggio (considerato un superpredatore) che un Aquila in volo (animale autoctono già presente nel parco). Il mio consiglio futuro quindi è quello di chiudere l’ingresso all’uomo nel parco per evitare il disturbo della fauna selvatica ed alimentare in questo modo il nuovo Alto Medioevo italiano.