I conteggi, come sempre da oltre 25 anni, vengono svolti ogni anno sia in estate che in autunno e coinvolgono circa 60 persone, tra personale del Parco, Carabinieri Forestali e volontari, che simultaneamente percorrono tutte le aree di presenza del camoscio per avere una fotografia del numero minimo di individui presenti. Il numero di camosci conteggiati quest’anno è il più alto registrato a partire dal 1998 cioè da quando la popolazione viene monitorata con i metodi attuali.
Anche il tasso di sopravvivenza al primo anno (cioè il numero di capretti che sopravvive al primo anno di età) e quello di incremento annuo (cioè il rapproto tra numero di yearling e adulti), presentano nel 2019 valori più alti registrati negli ultimi 20 anni, anche se nel suo complesso l’andamento della popolazione risulta stabile. Questo accade perché mentre in alcune aree del Parco si registra una forte crescita, in altre il numero di animali diminuisce, perché negli anni le popolazioni di camoscio possono subire normali oscillazioni anche molto marcate. In ogni caso, il dato acquisito quest’anno è sicuramente positivo e ci dice che la popolazione è vitale. L’area in forte crescita è quella del Marsicano, che di fatto può considerasi in questo momento “il motore della popolazione”, come accade tipicamente nei nuclei “giovani”, quale infatti può essere considerata quella del Marsicano, dove la presenza di camosci è relativamente recente, visto che vi si è insediata stabilmente dai primi anni 2000. Ma anche in altre aree si continua a registrare un numero sempre maggiore di camosci, come accade sui crinali delle Gravare, di Rocca Altiera e delle Mainarde Laziali.
L’area in cui si presenta il decremento più marcato invece è quella di presenza storica della val di Rose, come emerso in occasione dei conteggi effettuati negli ultimi 2 anni. Dal 2017 inoltre risulta una diminuzione di circa il 30% dei nuovi nati nel settore Meta-Tartari. Per questo motivo, oltre ai consueti conteggi in simultanea, il Servizio Scientifico del PNALM ha organizzato ulteriori sessioni di osservazioni demografiche sui nuclei centrali di val di Rose, Meta e Tartari con lo scopo di verificare se la tendenza negativa emersa in Val di Rose e l’apparente calo di capretti riscontrato nell’area di Meta-Tartari potessero essere imputabili semplicemente a sottostime legate al metodo delle conte in simultanea, a normali oscillazioni limitate a un periodo ristretto, oppure essere invece indizio di una vera e propria tendenza.