La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso promosso contro la sentenza della Corte di Appello di L’Aquila dall’uomo che, nel luglio 2020, era stato condannato in sede civile per avere ucciso un orso con un fucile da caccia a Pettorano sul Gizio nel 2014.
Viene così confermata la sentenza di condanna a risarcire il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), il Wwf, la Lav, ProNatura e Salviamo l’Orso.
“Siamo molto soddisfatti per la decisione della Corte – dichiara il vice presidente del Wwf Italia, Dante Caserta, che aggiunge – Al di là della vicenda specifica e della persona coinvolta, si tratta di una conferma importante che deve far capire a tutti che la tutela della fauna altamente protetta come l’Orso bruno marsicano non può essere messa a rischio da comportamenti irresponsabili o addirittura criminali”.
“La possibilità di convivenza tra la fauna selvatica, in primis i grandi predatori come l’orso e il lupo, e le attività umane è un dato acclarato che si basa su decenni di esperienze attuate con successo sul campo, come accade nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – conclude Caserta – Ringraziamo il nostro legale, l’avvocato Michele Pezone, che ha seguito il caso fin dal primo grado, quando il Tribunale aveva pronunciato una sentenza di assoluzione, e che ha ottenuto prima la condanna in Corte di Appello e ora la conferma, da parte della Suprema Corte, della bontà di quanto deciso dal giudice di secondo grado”.