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Migranti positivi a Pettorano, tamponi per 5 operatori. Lega: esposto in Procura

Si allarga il numero dei soggetti posti in sorveglianza attiva dalla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila nel centro di accoglienza di Ponte D’Arce a Pettorano sul Gizio.

 

Dopo gli otto casi di positività al Covid-19 relativi a migranti ospiti da metà luglio nella struttura, anche una giovane residente a Sulmona si trova in isolamento domiciliare per essere entrata in contatto con i migranti, come operatrice del centro di accoglienza ed è stata sottoposta a tampone. Stesso trattamento precauzionale è stato adottato nei confronti di altri quattro operatori che lavorano nella stessa struttura.

 

Si tratta di un atto dovuto da parte della Asl che monitora la situazione sanitaria, al momento completamente sotto controllo, perché il nuovo fronte è contenuto nella struttura dove gli stessi richiedenti asilo stanno osservando la quarantena obbligatoria, senza alcun contatto con la popolazione. I migranti erano arrivati la notte tra il 15 e il 16 luglio da Lampedusa ed erano risultati negativi al test sierologico effettuato dopo lo sbarco.

 

Lugi D’Eramo (Lega). “Ho dato mandato di presentare un esposto alla Procura della Repubblica”. Lo annuncia il coordinatore regionale della Lega Abruzzo, Luigi D’Eramo, a proposito dell’arrivo di otto migranti affetti da Covid-19 in una struttura di Pettorano sul Gizio. “La vicenda è grave e preoccupante – spiega D’Eramo -: i migranti sarebbero risultati negativi al momento della partenza dai centri di provenienza e per questa ragione ritengo doveroso si faccia chiarezza sulle modalità di esecuzione dei tamponi e dei test sierologici, sia per avere certezza della riferibilità degli esami, sia sulle modalità stessa di scelta dei migranti da trasferire. In primo luogo per la tutela della incolumità degli stessi migranti che, laddove positivi o peggio malati, devono essere ricoverati con urgenza. In secondo luogo per i piccoli Comuni dove vengono trasferiti, i cui residenti sono esposti senza alcuna cautela da parte di chi ci governa a rischi enormi”.

 

“È essenziale – spiega D’Eramo – che venga accertato il reale stato di salute di queste persone, anche perché in caso di positività al Covid devono essere ospitati in strutture idonee che abbiano modo di accudirli, curarli e sostenerli. In particolare nel caso in cui non vengono limitati nella libertà personale nei centri di accoglienza e quindi possono costituire in qualunque momento pericolo di contagio con la libertà di circolazione che viene garantita. Ho dato mandato già a professionisti per promuovere un esposto alla procura della Repubblica competente, al fine di valutare l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato in relazione alla condotta sopra descritta e, in ipotesi, di chiedere di valutare se sussistano i reati di epidemia colposa ovvero altri reati anche dolosi che dovessero essere riscontrati nel caso in cui non si desse luogo ad alcun accertamento preventivo alla partenza o, ipotesi peggiore, nel caso in cui i test siano del tutto omessi o carenti o non riferibili agli attuali ospiti della struttura di accoglienza” conclude il segretario regionale.