Dai primi accertamenti, svolti congiuntamente dalla Squadra Mobile e dai Carabinieri, è stato possibile ricostruire la dinamica dei fatti. In particolare, dalle numerose testimonianze e dall’estrapolazione di immagini da alcune telecamere, è stato possibile presentare numerosi elementi probatori alla Procura della Repubblica per i Minorenni, che ha raccomandato il massimo riserbo, dovuto soprattutto in vicende che coinvolgono minori, in particolare con riguardo alle notizie riportate dagli organi di stampa.
Da ulteriori indagini, svolte dalla Sezione Fasce Deboli della Polizia di Stato, è stato possibile raccogliere le denunce di altri episodi analoghi, commessi dal diciassettenne nei confronti di altre minorenni, avvenuti sempre nel comune capoluogo. L’attività investigativa ha consentito di riscostruire, inoltre, un episodio di tentata rapina commessa sempre dal minore nei confronti di una quarta ragazza, anch’essa minorenne.
Le ipotesi investigative, accolte e condivise dalla Procura per i Minorenni, hanno determinato il G.I.P. all’emissione della misura cautelare eseguita in provincia di L’Aquila, alla presenza dei genitori del diciassettenne.
Va sottolineato che, in un momento così difficile per il Paese, impegnato a fronteggiare una emergenza sanitaria, il risultato investigativo assume una valenza straordinaria, conseguito grazie alla perfetta intesa tra la Magistratura e le Forze dell’Ordine, in una proiezione di massima tutela operata nei confronti delle donne, dei minori e degli altri soggetti “deboli” della società. L’impegno è quello di continuare ad offrire il massimo aiuto a supporto delle vittime di questi odiosi delitti, nell’ottica di considerare le Istituzioni sempre più vicine ai cittadini.