Il piccolo, venuto alla luce attorno a mezzogiorno con parto spontaneo, si chiama R., pesa 3 chili e 600 grammi e sta bene, così come la mamma. E’ un fatto importante perché tiene a battesimo, nel capoluogo regionale, la cosiddetta fecondazione di secondo livello, che consiste nell’unione dell’ovulo con lo spermatozoo, realizzata in laboratorio (da qui la definizione in vitro) per ottenere embrioni da trasferire successivamente nell’utero materno. La nascita del primo bambino con la tecnica in vitro rappresenta un salto di qualità per tutto l’ospedale e si deve a un gioco di squadra a cui ha dato un contributo importante, tra gli altri, il direttore di presidio, dottoressa Giovanna Micolucci.
Il centro Fivet, diretto dal dr. Franco Lisi, ginecologo di lunga esperienza, opera all’interno del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di L’Aquila, affiancato dalla prof.ssa Carla Tatone del laboratorio della riproduzione, nell’ambito del dipartimento materno infantile diretto dalla dottoressa Sandra Di Fabio
“Si tratta – dichiara il manager della Asl, Roberto Testa – di un risultato importante che consente alla sanità aquilana di dare risposte alle coppie che non riescono ad avere figli e di un’opportunità anche al di fuori della regione, creando mobilità attiva”
All’Aquila l’attività del centro Fivet aveva mosso i primi passi nel giugno del 2019 con l’attivazione del primo livello, cioè la fecondazione intrauterina.