E’ il drammatico racconto all’ANSA della mamma indagata per omicidio stradale per il tragico incidente di ieri pomeriggio all’Aquila nella scuola dell’infanzia di Pile, dove è morto il piccolo Tommaso e sono rimasti feriti altri cinque bimbi. “Me la sono vista passare avanti, ho provato a fermare la macchina con le mani ma non ci sono riuscita. Ed ha colpito i bambini rompendo la recinzione”.
Lo racconta la donna conducente della Passat che ieri dopo pranzo è piombata sull’asilo di Pile uccidendo un bambino e ferendone altre cinque. La donna ha parlato stamani per la prima volta con il suo avvocato Francesco Valentini. “Mio figlio durante la corsa ha cercato di uscire dalla macchina sbattendo la testa dentro l”abitacolo. Io e tutta la mia famiglia non riusciamo a darci pace, questa tragedia segnerà per la vita. Siamo sconvolti, addolorati”. “Ho parcheggiato la macchina in pianura, ho inserito la marcia, non mi ricordo di aver inserito il freno a mano”, ha poi proseguito la donna madre di tre figli di cui due iscritte alla scuola d’infazia Primo Maggio. La donna verrà ascoltata nei prossimi giorni dal sostituto procuratore Stefano Gallo.
Domani intanto in Procura è previsto l’affidamento dell’incariico sulla perizia tecnica sull’auto all’esperto Cristiano Ruggeri, e sempre in mattinata è in programma una riunione alla presenza dell’anatomopatologo Giuseppe Calvisi per verificare l’eventualità chiesta da investigatori ed inquirenti di evitare la autopsia sul corpo di Tommaso effettuando una ricognizione cadaverica. “Tutta la famiglia, non solo la signora, è a dir poco addolorata, sconvolta. Marito e moglie non riescono a darsi pace. I tre bambini sono sotto shock. E’ una tragedia nella tragedia. E’ una colpa ma anche circostanze sfortunate e fortuite per una donna che ogni giorno faceva questi movimenti”. Così l’avvocato Francesco Valentini, del foro dell’Aquila, difensore della 38enne mamma indagata per omicidio stradale per il tragico incidente di ieri pomeriggio all’Aquila nella scuola dell’infanzia di Pile. “È una famiglia visibilmente provata, la signora non sa come comportarsi, non sa quale sia la corsa giusta da fare: chiede scusa e lo farà formalmente quando ci sarà la possibilità e qualora le altre famiglie lo volessero”, spiega ancora l’avvocato che in relazione alla inchiesta della Procura della repubblica dell’Aquila sottolinea che: “Ci difenderemo dalla accusa di omicidio stradale”.
“Aspettiamo le risultanze tecniche dei vari esami prima di fare una analisi – continua il legale -. Bisogna riflettere sul fatto che la macchina si sia spostata dopo alcuni minuti e che abbia finito la sua corsa rompendo la recinzione che non era ancorata al muretto ma a terra”. La donna sarà sentita nei prossimi giorni. Il figlio 12enne è stato sentito nella notte alla presenza di una psicologa “ma in evidente stato di shock ricorda poco o niente”, spiega ancora Valentini.