In migliaia – circa seimila secondo le stime degli organizzatori – si sono riversati nel piccolo centro della Valle Sagittario, sfidando il maltempo del primo maggio, pur di rinnovare la tradizione per la quale permane una sorta di attaccamento viscerale.
La stagione anomala ha reso più difficile, quest’anno, l’attività dei serpari nella fase di raccolta e cattura dei serpenti.
Come tradizione, il momento più suggestivo è arrivato al termine della Santa Messa, officiata dal vescovo diocesano, mons. Michele Fusco, con l’uscita della statua di San Domenico dalla chiesa, subito circondata dai serpari che hanno sistemato i serpenti sulle spalle e attorno alla testa del Santo. Da qui è poi partito il corteo processionale che ha attraversato piazze e quartieri del piccolo borgo tra emozioni, ombrelli aperti ed ali di folla. Un percorso più breve, tagliato per circa la metà rispetto alla versione tradizionale, per via della pioggia.
Viabilità senza troppi intoppi, nonostante qualche rallentamento legato alle condizioni atmosferiche. Pieni i treni straordinari messi a disposizione da Regione Abruzzo e Trenitalia per agevolare i flussi.
“Cocullo diventa capitale del primo maggio“, ha detto il sindaco, Sandro Chioccio annunciando che sta andando avanti l’iter per la candidatura Unesco che si sposta su un’altra sezione: dalla salvaguardia urgente alla lista rappresentativa.
Un passaggio che, secondo gli addetti ai lavori, darà più imprinting al percorso istituzionale.
“Una manifestazione conosciuta in tutto il mondo – ha commentato il presidente della Regione, Marco Marsilio, presente alla manifestazione – che è una grande vetrina per l’Abruzzo”.