Partecipazione carica di emozione per un evento, la visita di Papa Francesco in occasione della Perdonanza Celestiniana, che resterà nella storia.
E’ stata una mattinata dalle forti sensazioni quella regalata da Papa Francesco, alle prese con le fragilità del suo fisico, ma straordinariamente lucido nel portare il suo messaggio di perdono e di pace in una città che mai potrà dimenticare il dramma del terremoto. Anzi L’Aquila diventa, nelle parole di Bergoglio, la capitale della pace, del perdono e della riconciliazione.
E un messaggio il Pontefice lo regala anche ai familiari delle vittime del sisma, ad una delegazione di detenuti delle carceri abruzzesi presenti a L’Aquila e agli ultimi.
La visita del Papa. A L’Aquila c’è la nebbia e la temperatura è tutt’altro che gradevole. L’elicottero del Pontefice non può atterrare allo stadio Gran Sasso e tutto si volge a piazza d’Armi. Ma il rigido protocollo non subisce scossoni. Papa Francesco viene accolto in piazza Duomo dall’Arcivescovo e Cardinale Giuseppe Petrocchi, dal presidente della Regione Marco Marsilio, dal sindaco Pierluigi Biondi e dal prefetto Cinzia Teresa Torraco. Il Pontefice nel suo breve intervento tocca temi legati alla cittadina aquilana e al suo spirito di resilienza e di un percorso di ricostruzione (di case e chiese e dell’anima) che andava fatto insieme. E non è mancato un incoraggiamento in dialetto “Jemo nnanzi” che ha emozionato e calamitato applausi anche da coloro che seguivano la diretta a Collemaggio e fuori dai varchi, attraverso i maxi-schermi collocati a ridosso della basilica.
Il viaggio con la Papamobile. Tra due ali di folla, il veicolo del Pontefice arriva a Collemaggio dove ci sono oltre 6mila persone, tra autorità, giornalisti e coloro che sono in possesso dei biglietti (tutti esauriti) distribuiti dalle parrocchie. Il Papa regala momenti di riflessione ed emozione: i malanni fisici non ne scalfiscono la forza e il carisma e la capacità di arrivare al cuore delle persone.
L’apertura della Porta Santa. Spinto sulla carrozzina Papa Francesco arriva dinanzi alla Porta Santa, il simbolo della Perdonanza Celestiniana. Bergoglio dopo i tre colpi con il ramo d’ulivo sulle ante, varca la soglia alzandosi in piedi. Il cerimoniale prosegue e poi si conclude con Papa Francesco che a bordo di una 500 L di colore bianco va via e lascia indelebili i segni di una giornata storica e indimenticabile.
Marco Marsilio. “E’ stato un vero privilegio per me accogliere e salutare oggi il Santo Padre. Vedere così da vicino l’apertura della Porta Santa è stato un momento molto commovente, un ricordo che resterà indelebile, una delle emozioni più grandi e uno dei momenti più intensi della mia carriera. Non solo per me. Credo di condividere il pensiero di tutti gli abruzzesi.
Abbiamo atteso sette secoli per avere qui la presenza del Santo Padre ma oggi abbiamo visto il Papa vincere le sue difficoltà, superare la fragilità del suo fisico pur di esserci. Ha voluto varcare con le sue gambe la Porta Santa per rinnovare la profondità del messaggio di Celestino V. Siamo grati a Papa Francesco, alla Chiesa cattolica e al Cardinale Giuseppe Petrocchi che hanno lavorato con la diocesi perché questo potesse accadere e quello che sembrava un sogno potesse realizzarsi”.
Il sindaco Pierluigi Biondi. “Papa Francesco ha eletto L’Aquila capitale del Perdono e della Pace: non poteva esserci investitura più potente di quella che ci ha regalato oggi il Santo Padre. Ma Francesco ci ha consegnato anche una lettura storica e di spessore morale e spirituale: Celestino non è stato l’uomo del no, ma del sì. Quindi, non il Papa del gran rifiuto, ma il Papa che ha saputo interpretare il Vangelo attraverso la forza degli umili che lui tanto amava”.