Piena soddisfazione del WWF per la sentenza del TAR Abruzzo che ha annullato le autorizzazioni del Comune di Ovindoli e della Regione Abruzzo per la realizzazione di nuove piste da sci e nuovi impianti da risalita in un’area di circa 10 ettari sul Monte Magnola nel territorio di Ovindoli, nel Parco Regionale Sirente-Velino, compromettendo habitat naturali ricompresi in una Zona di Protezione Speciale della Rete Narura2000 tutelata dall’Unione Europea, peraltro tutelata su proposta della stessa Regione Abruzzo e dello Stato Italiano.
“La tutela di questi territori, così importanti dal punto di vista della biodiversità, dovrebbe essere una priorità per la Regione e per lo stesso Parco regionale” dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “Dover ogni volta ricorrere alla giustizia amministrativa per una cosa tanto ovvia è incomprensibile, anche perché le normative di salvaguardia sono chiare e dovrebbero essere ben conosciute. Continuare ad insistere su interventi che mettono a rischio habitat prioritari e le specie che li abitano, ad iniziare dell’Orso bruno marsicano, è un errore gravissimo che non trova alcuna giustificazione. Il rilancio delle montagne abruzzesi nasce dalla tutela e della giusta valorizzazione, non dalla compromissione dei valori ambientali che rappresentano il loro elemento caratterizzante”.
“La sentenza – dichiara l’avv. Febbo – conferma la validità di quanto è stato sostenuto nei ricorsi. I giudici amministrativi applicano la legge con rigore e con buon senso; è un vero peccato che la parte politica a volte non programmi i suoi interventi con gli stessi identici criteri, a tutela degli interessi della collettività”.
Il ricorso era stato depositato anche dalle associazioni Salviamo l’Orso, Stazione Ornitologica Abruzzese, LIPU, Mountain Wilderness e CAI. Per le associazioni è un’importante vittoria a favore di habitat e specie rarissime protette a livello internazionale. Rimane lo sconcerto per i reiterati tentativi di spendere milioni di euro di denaro pubblico per nuovi impianti all’interno di un parco in piena epoca di crisi climatica. I giudici hanno censurato pesantemente l’operato del Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo e del Comune di Ovindoli accogliendo diversi dei motivi di ricorso. Si va dal mancato coinvolgimento nella procedura dei Carabinieri-Forestali che gestiscono la Riserva Monte Velino alla valutazione di incidenza ambientale fatta dal geometra comunale privo delle competenze necessarie, dall’aver omesso una nuova valutazione paesaggistica da parte della Soprintendenza dopo che il progetto era stato modificato alla violazione della legge istitutiva del Parco in quanto per i giudici “Si tratta chiaramente di modificazioni rilevanti e irreversibili dello stato geomorfologico del paesaggio, tali da integrare l’ipotesi di danneggiamento delle formazioni minerali vietato dalla disposizione citata.”