L’attività è incentrata sulla commercializzazione/smaltimento irregolare di shoppers contraffatti.
Nell’ambito di una campagna di controlli che ha interessato l’intero territorio nazionale, coordinata dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri e promossa da Interpol, inerente attività di contrasto allo sversamento di rifiuti in mare, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Agroalimentare Forestale Carabinieri (Nipaaf) di L’Aquila ha individuato dei sacchetti per la spesa (shoppers) che avevano una insolita consistenza nonostante riportavano diverse scritte che attestavano essere “100% biodegradabile compostabile”.
Le analisi chimiche, infatti, hanno rivelato che i sacchetti erano fatti di un polimero non biodegradabile né compostabile, rendendoli così non idonei all’utilizzo ne’ alla commercializzazione, ed erano importati da un’unica ditta il cui proprietario è di nazionalità egiziana e commercializzati da attività di rivendita di frutta i cui proprietari hanno la stessa nazionalità. L’Autorità Giudiziaria ha emesso decreti di perquisizione e sequestri contestando a 18 egiziani ed un’italiana i reati previsti dall’art. 517 del Codice Penale (vendita di prodotti industriali con segni mendaci) e dall’art. 256 del D. Legislativo 152/2006 (gestione illecita di rifiuti).
I Carabinieri Forestale, coordinati dal responsabile dell’operazione, Ten. Col. Antonio Renato Raampini, Comandante del Nipaaf di L’Aquila, hanno individuato l’importatore e sono risaliti alla documentazione doganale che già li indicava come “sacchetti in polietilene per frutta e verdura” e che, quindi, non erano da immettere sul mercato poiché’ riportavano, falsamente, la scritta “biodegradabile” e avrebbero causato inquinamento ambientale poiché’ l’ignaro consumatore, indotto in errore dalla scritta, li avrebbe riutilizzati per l’avvio al compostaggio di rifiuti umidi.
Nel corso delle perquisizioni, avvenute contemporaneamente in trenta attività commerciali e ditte, sono state sequestrate 8 tonnellate di sacchetti corrispondenti a diversi milioni di pezzi che vengono, così, sottratti alla dispersione in ambiente. Da luglio 2018 ad oggi, risultano essere stati importati oltre 10 milioni di sacchetti.