A conclusione delle indagini preliminari sul tanto tragico quanto assurdo incidente di cui l’anziana di Morino è rimasta vittima un anno e mezzo fa, il Pubblico Ministero della Procura di Avezzano, dott. Ugo Timpano, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ipotesi di reato di omicidio stradale per il camionista che l’ha travolta e schiacciata con il mezzo che guidava, F. G., oggi 60 anni, di Celano, sempre nell’Aquilano. E riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, ha fissato per il 9 dicembre 2022, alle ore 9.30, l’udienza preliminare del processo.
Il dramma si è consumato il 24 marzo 2021, poco prima delle 9, davanti all’abitazione della ottantenne, che risiedeva al civico 31 di via Brecciose, a Morino. L’imputato era alla guida di un camion cisterna, un autocarro fuoristrada Man Tgm 13.250 per il trasporto di gas liquefatto della Vito Ferrini Srl di Afragola, grossa azienda che trasporta e distribuisce Gpl sul territorio, per la quale operava, e aveva appena terminato le operazioni di scarico del gas nel serbatoio interrato all’interno della proprietà della signora, per rifornirla. Quindi si è apprestato a ripartire per rientrare in azienda, sapendo che la cliente si trovava ai margini della stretta stradina in salita: l’anziana era uscita per pagare la fattura del rifornimento. Ha avviato il motore e ha iniziato a procedere verso monte per raggiungere uno “slargo”, girarsi e poi scendere diritto, ma durante la manovra, per ragioni che non ha potuto chiarire con certezza neppure la perizia cinematica del consulente tecnico nominato dalla Procura per ricostruire le cause e le responsabilità del sinistro, il geom. Cristiano Ruggeri, il pedone è stato urtato all’altezza del torace, gettato a terra, schiacciato dalla ruota anteriore destra del mezzo pesante e poi sormontato anche da quella posteriore.
Il resto è tristemente noto: nonostante l’allarme lanciato subito dallo stesso camionista e la tempestività dei soccorsi – l’ottantenne è stata trasportata in elisoccorso all’ospedale di Avezzano -, tre ore dopo il suo ricovero è spirata, troppo gravi i politraumi riportati. Nessun dubbio sulle cause della morte: l’autopsia affidata dal Sostituto Procuratore al medico legale dott.ssa Simona Ricci ha stabilito che il decesso è stato dovuto allo shock emorragico causato dai gravissimi traumi e fratture multiple determinati dallo schiacciamento che ha interessato in primis il bacino, l’addome e gli arti inferiori, e gli esami tossicologici hanno escluso che la vittima, prima dell’investimento, fosse stata colta da malore o perdita di conoscenza.
Il conducente del camion cisterna è stato iscritto fin da subito nel registro degli indagati nell’ambito del procedimento penale aperto dopo la tragedia: i congiunti dell’anziana, per essere assistiti, attraverso il consulente legale Mario Masciovecchio, si sono affiati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha anche messo a disposizione come consulenti di parte della famiglia per gli accertamenti tecnici non ripetibili il medico legale, dott.ssa Piera Amelia Iezzi, e l’ingegnere cinematico Mattia Strangi, che hanno partecipato e fornito il loro prezioso contributo nel corso delle operazioni peritali.
Si è così giunti alla chiusura delle indagini preliminari al termine delle quali, pur con tutte le attenuanti del caso, a iniziare dalla bassa velocità tenuta dall’autotrasportatore, compresa tra i 4 e i 10 km orari, il Sostituto procuratore non ha potuto non prendere atto dell’imprudenza e quindi delle responsabilità dell’imputato, nell’ambito di una risaputa situazione generale di pericolo dovuta alla presenza del pedone a bordo strada e all’angustia e alle difficoltà viarie dei luoghi, che avrebbero consigliato di muovere il mezzo pesante solo quando l’anziana fosse stata al sicuro al di fuori della carreggiata onde scongiurare qualsiasi rischio, che invece purtroppo si è materializzato con conseguenze drammatiche, di cui ora i familiari della signora Giuseppina e la giustizia penale chiederanno inevitabilmente conto.
“Sappiamo che nessuno potrà mai restituirci la nostra Giuseppina – commentano tramite Studio3A i familiari -, ma speriamo che la giustizia faccia il suo corso: la sua morte ci ha lasciato un vuoto incolmabile, anni di vita insieme, progetti, sorrisi spazzati via in un istante. Confidiamo in una risposta anche in sede penale, soprattutto per lei e la sua memoria: non bastasse una fine così tragica, non è stato facile in questi mesi assistere anche ai tentativi di attribuirle colpe sull’incidente che non ha. Questo ci aspettiamo dal processo: verità e giustizia”.