Il trattamento a base di anticorpi monoclonali, autorizzato dalla Regione, viene somministrato alle categorie fragili, cioè a soggetti con malattie croniche (tra cui i dializzati) che più di altri sono esposti alle conseguenze dell’infezione del virus. Il ricorso alla terapia diventa decisivo perché si interviene subito sul paziente fragile che ha contratto il covid, impedendo che la malattia prenda piede, assuma forme virulente e, nei casi più gravi, conduca al decesso. Inoltre, in questo modo si riducono la letalità, i ricoveri, gli spostamenti di utenti che si recano in ospedale per farsi assistere e la pressione sui reparti.
La procedura prevede che, in caso di contagio, debba essere il medico di base a segnalare all’ospedale i pazienti, inseriti nella categoria dei fragili tra i propri assistiti, da trattare con monoclonali. Sulla base di questa indicazione l’ospedale, tramite il reparto di malattie infettive, prende in carico il paziente e, dopo i necessari accertamenti, lo sottopone all’infusione anti covid. Ad Avezzano, ad essere sottoposta al primo trattamento, è stata una donna della Marsica. Tutte le fasi – analisi del paziente, preparazione e infusione — sono state gestite dal personale specializzato di malattie infettive.
L’infusione, cominciata alle 14, è durata un’ora e poi, come da protocollo, la paziente è rimasta sotto osservazione per un’altra ora ed è quindi tornata a casa. Ad Avezzano questi primi trattamenti, per ora, vengono eseguiti all’interno della tendostruttura dell’ospedale (per evitare rischio di contagio all’interno dei reparti) ma tra un paio di settimane i pazienti potranno contare su un ambulatorio ad hoc a cui accederanno da un ingresso separato con possibilità di disporre di un’area- parcheggio.
Per giungere all’attuazione delle cure monoclonali, dopo il via libero del Manager Roberto Testa, è stato predisposto un apposito gruppo di lavoro, presieduto dal direttore di presidio, Lora Cipollone, e composto dal responsabile di malattie infettive, Rinalda Mariani, dal coordinatore del personale infermieristico Fabrizio Di Stefano e dall’ing. Federico D’Aulerio responsabile dell’ufficio tecnico dell’ospedale, col compito di studiare, elaborare e concretizzare le modalità operative. Questa fase iniziale delle cure monoclonali servirà a valutare il numero di richieste di pazienti segnalati dai medici di base e ad affinare la nuova organizzazione che consentirà a tutta l’attività ospedaliera di mettere in atto una importante misura di contrasto contro la pandemia.