Carsoli. La relazione tecnica di Arta Abruzzo sull’incendio che nella notte tra il 18 e il 19 marzo scorsi ha interessato una discarica abusiva in località Recocce di Carsoli conferma che al momento del sopralluogo dei tecnici dell’Agenzia, intorno alle 9 del mattino, la situazione emergenziale per la qualità dell’aria era già conclusa.
In entrambi i campioni di aria prelevati, uno in prossimità del ristorante “Le Sequoie” e l’altro nella piazza del municipio di Carsoli, non si sono apprezzati inquinanti organici aerodispersi in concentrazioni superiori a quelle attribuibili al solo traffico veicolare. La concentrazione di benzene, composto organico normato dal decreto legislativo 155 del 2010, è risultata rispettivamente pari a 0,7 microgrammi per metro cubo nel campione prelevato davanti al Comune e 0,5 microgrammi per metro cubo nell’altro.
Il Distretto provinciale Arta di L’Aquila ha anche elaborato una simulazione della ricaduta dei fumi sviluppatisi con il rogo. Il sistema modellistico utilizzato è stato realizzato in collaborazione con il CETEMPS dell’Università degli Studi di L’Aquila. Ne emerge che la ricaduta dei fumi ha solo lambito l’abitato di Carsoli: il fatto che i fumi si siano diffusi prevalentemente durante le ore notturne ha ridotto notevolmente la possibile esposizione dei cittadini.
Nella relazione, trasmessa questa mattina al sindaco di Carsoli, alla Provincia di L’Aquila, alla Regione Abruzzo e ai Carabinieri Forestali di Pereto, si precisa che a causa della mancanza di un’idonea impermeabilizzazione del suolo, l’acqua utilizzata per spegnere le fiamme è stata assorbita dal terreno e non è stato possibile caratterizzarla.
Si sottolinea infine che “nella discarica sono tuttora presenti materiali di diversa natura (elettrodomestici, autoveicoli fuori uso, rottami, cassoni presumibilmente in cemento amianto, bombole di gas medicali, ecc.), tutti ammassati disordinatamente su nudo terreno privo di coperture e impermeabilizzazioni” ed è stata rilevata anche “la presenza di maiali tenuti ed alimentati all’aperto, fra i rifiuti e in condizioni incompatibili col benessere animale”.