La sentenza pubblicata il 20 maggio dalla Corte d’Appello–sezione lavoro, con il rigetto del ricorso presentato dalla Santa Croce per chiedere l’annullamento della sentenza del Tribunale di Avezzano del luglio 2020 favorevole ai lavoratori dalla stessa società licenziati, conferma quanto l’amministrazione comunale va ripetendo ormai da tempo, ma senza ascolto dalla Regione.
A dichiararlo il Sindaco del Comune di Canistro, Angelo Di Paolo, che annuncia di presentare un esposto alla Corte dei Conti della Procura dell’Aquila per l’inerzia della Regione nel disporre la decadenza della Santa Croce Srl dalla concessione della Fonte Fiuggino. Il Collegio della Corte abruzzese, conferma che la responsabilità della chiusura dello stabilimento è tutta responsabilità delle negligenze della società.
La pronuncia, infatti, ricostruisce tutte le violazioni di legge e le negligenze della Santa Croce, che addirittura, dopo la revoca dell’aggiudicazione continuava ad emungere acqua pur nella carenza del titolo, talché riportano i Giudici “.la Procura della Repubblica di Avezzano, su sollecitazione della stessa Regione, .. Disponeva il sequestro e la confisca di oltre 8.000.000 di litri di acqua imbottigliata nonché, in data 2 dicembre 2016, dei serbatoi di accumulo contenenti ulteriori 2.000.000 di litri di scorte”. Tali fatti gravissimi sembrano, oggi, dimenticati del tutto dalla Regione, ma, fortunatamente non dai Giudici, che ricordano come “sia l’attività amministrativa della Regione Abruzzo, che quella giudiziaria della Procura della Repubblica di Avezzano, le quali comportavano la riacquisizione della fonte di emungimento dell’acqua, siano state per un verso doverose ed inevitabili, per altro verso non solo prevedibili ma determinate proprio dal comportamento negligente tenuto dalla società concessionaria, eppertanto alla stessa direttamente imputabili”. Nel motivare il rigetto dell’appello della società, la Corte, infatti, lo ricollega alle inadempienze della società, affermando che “. Successivamente, tale aggiudicazione veniva revocata per irregolarità contributiva Relativa al Durc: circostanza, questa, che configurava, come precisato dalla stessa Regione ., una ipotesi di esclusione dalle procedure di affidamento ad evidenza pubblica”. Ci si domanda, allora, perché il Servizio competente regionale, nel 2015, non abbia disposto unitamente all’annullamento dell’aggiudicazione alla Santa Croce della concessione Sponga anche la revoca della concessione Fiuggino, in presenza di una documentata irregolarità contributiva, con tutta evidenza trattandosi di provvedimento obbligato e conseguenziale, sul presupposto della medesima irregolarità del DURC addebitata alla società, di cui nessun provvedimento amministrativo e giurisdizionale ha mai dimostrato l’infondatezza.
Oggi la Santa Croce chiede alla Regione Abruzzo 3,5 milioni di Euro di risarcimento di danni, e ciononostante il Dipartimento regionale, cui pure abbiamo segnalato le irregolarità fiscale della Santa Croce certificate dall’Agenzia delle Entrate di Pescara e di Roma, ancora non si determina a revocare la concessione, disconoscendo il valore di quelle certificazioni. Per questo chiediamo che acquisisca gli atti la Procura della Corte dei Conti e l’Autorità nazionale e regionale anti corruzione.
Se ci sono collusioni dovranno emergere, come dovranno essere perseguite l’omessa vigilanza e controllo degli esponenti della politica regionale, sorda ad ogni nostro appello, dal Presidente Marsilio, all’assessore regionale Campitelli competente in materia.