I genitori, ai quali il figlio aveva mostrato la strana scoperta, non hanno tenuto per sé quanto rinvenuto, ma, come prevede la Legge, si sono rivolti ai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Aquila, istituito nel marzo di quest’anno, e alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città dell’Aquila e dei Comuni del Cratere.
In segno di riconoscimento, a Gabriele è stato conferito un encomio per il ritrovamento del materiale preistorico.
I tre “strani sassi”, dopo gli accertamenti a cura dei funzionari del Ministero della Cultura, sembrerebbero assimilabili a manufatti litici, presumibilmente di età preistorica, in selce e pietra calcarea, quest’ultima con tracce di numerosi fossili marini: ulteriori approfondimenti scientifici permetteranno di definirne le caratteristiche, la cronologia e l’eventuale contesto culturale di appartenenza.
La scoperta si aggiunge a notizie d’archivio che indicavano genericamente in località Casamaina ritrovamenti di materiale archeologico.
Il ritrovamento fortuito di beni culturali, ovvero di quelle cose che presentano un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, e la successiva denuncia entro 24 ore al Soprintendente o al Sindaco o all’Autorità di pubblica sicurezza, rappresenta una consuetudine che si sta radicando negli ultimi anni, in Italia, tra la popolazione, in ragione di una crescente sensibilità pubblica sulla tutela del patrimonio culturale.