Avezzano, traffico di droga: donna assolta in appello. La sentenza

Avezzano. Assolta, per non aver commesso il fatto, dall’accusa di far parte di un’associazione dedita al traffico di stupefacenti.

 

C. G., una donna di 41 anni di Avezzano, era stata condannata in primo grado con rito abbreviato dal G.U.P. del Tribunale di L’Aquila, Guendalina Buccella, a 5 anni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali (pena base anni dieci di reclusione, ridotta per il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche ad anni sei  e mesi otto di reclusione, aumentata ex art. 81 c.p. di mesi dieci per ritenuti reati satelliti, infine ridotta di un terzo per la scelta del rito), perché riconosciuta colpevole del reato di cui all’art. 74 DPR 309/90 -associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti- oltre che dei reati di cui agli artt. 81 cpv e 110 c.p. e 73 DPR 309/90, per detenzione e cessione in concorso di sostanza stupefacente di hashish e cocaina.

 

Nell’ambito di una complessa attività investigativa portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Avezzano, sotto la direzione della Procura Distrettuale di L’Aquila, emergeva l’esistenza di più associazioni criminali tra loro collegate, composte prevalentemente da soggetti marocchini, dedite al traffico di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente di svariata tipologia ed operanti nel territorio marsicano.

In tale contesto investigativo veniva individuato un sodalizio operante sostanzialmente nel territorio di Luco dei Marsi. Dalla intercettazione delle utenze in uso si risaliva ai sodali dell’associazione tra i quali, secondo l’ipotesi accusatoria, anche C. G. di Avezzano, all’epoca dei fatti fidanzata di colui che era stato individuato come capo della associazione.

La partecipazione di C. G. alla associazione sarebbe derivata, secondo il Giudice di primo grado, anche dall’essere stata la stessa intestataria del contratto di locazione di una abitazione a Luco dei Marsi, adibita, ancora secondo l’ipotesi accusatoria, a sede operativa del sodalizio, all’interno della quale si sarebbe svolta l’attività di taglio e confezionamento in dosi dello stupefacente.

La Corte di Appello di L’Aquila, accogliendo le richieste della difesa di C. G., alla udienza del 25 giugno, previa dichiarazione di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per alcune delle ipotesi delittuose di detenzione e cessione in concorso, ha assolto l’imputata con la formula più ampia, per non aver commesso il fatto, in relazione alle ulteriori ipotesi di detenzione e dal reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, in ciò aderendo alla tesi difensiva della carenza di elementi dai quali evincere la effettiva commissione da parte di C. G. dei delitti contestati.

L’imputata era difesa dagli avvocati Fabio Fafone e Fabrizio Ridolfi, entrambi del Foro di Avezzano (foto).

 

 

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