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A L’Aquila intervento innovativo per rimuovere prima vertebra tra cranio e cervicale

Un intervento chirurgico, con un approccio endoscopico del tutto innovativo, per rimuovere la prima vertebra tra cranio e cervicale che aveva subito una compressione.

L’operazione, eseguita all’ospedale di L’Aquila nelle settimane scorse, è stata effettuata raggiungendo con gli strumenti chirurgici l’area della giunzione cranio-cervicale tramite le narici e il canale rinofaringeo. Un metodo nuovo e molto più complesso ma sicuramente meno invasivo rispetto all’approccio tradizionale che consiste nell’aprire il palato col bisturi.

Si tratta della prima operazione nel suo genere effettuata in Abruzzo e tra le poche in Italia. 

I chirurghi, con questa innovativa procedura, hanno potuto rimuovere la prima vertebra, situata tra cranio e cervicale, che per via di una compressione aveva provocato danni neurologici alla paziente e un’emiplegia completa (cioè una paralisi pressoché completa del corpo). L’operazione è stata effettuata con pieno successo su una donna di 70 anni che attualmente sta seguendo un programma di riabilitazione per il recupero della funzionalità. L’intervento è stato compiuto, in tandem, dai reparti di neurochirurgia, diretto dal dr. Alessandro Ricci, e di chirurgia maxillofacciale, guidato dal prof. Filippo Giovannetti. 

La compressione della vertebra non affiorava all’esterno del tratto cervicale e dunque era difficilmente raggiungibile con l’approccio chirurgico standard. La lesione era inoltre localizzata in un distretto del tratto cervicale molto delicato che richiedeva grande accortezza, perizia e cautela nell’esecuzione dell’intervento. Per questo motivo l’approccio endoscopico trans-nasale rinofaringeo si è rivelato fondamentale, consentendo ai chirurghi di arrivare al punto da operare senza danneggiare le zone circostanti.

L’innovativa tecnica operatoria, praticata dall’ospedale del capoluogo regionale, rappresenta un ulteriore esempio di sinergia di alte professionalità che contribuisce ad alzare sempre più i livelli di prestazione a beneficio dell’utenza e a rafforzare il tasso di mobilità attiva, richiamando utenti anche dalle regioni limitrofe.