Asl Avezzano: ‘Solo metà mamme allattano oltre terzo mese’

Avezzano. Fino ai primi 3 mesi dalla nascita allatta al seno l’80% delle mamme ma, già dal quarto in poi, questa forma di nutrizione (fondamentale per il bimbo) crolla al di sotto del 50%, con conseguenze negative, a breve e a lungo termine, per la salute del bebè a cui, anzichè quello materno, viene dato latte artificiale. Una tendenza da correggere e che ha indotto la Asl 1 – che solo con i due ospedali di L’Aquila e Avezzano tocca ogni anno circa 2.100 nascite – a far scattare un progetto di formazione professionale sul personale ospedaliero di tutti i presidi dell’azienda.

L’obiettivo è infatti render sempre più edotte le mamme sull’importanza dell’allattamento al seno dacchè attualmente solo la metà (circa 1.000 sul numero annuo complessivo di parti che si registrano negli ospedali dell’azienda) dopo la nascita nutre il figlio con il proprio latte. Oltre 30 operatori degli ospedali dell’Azienda – medici, ostetriche e infermieri – si sono sottoposti a una giornata di formazione full-immersion (dalle 8.30 alle 19.00) per affinare la propria professionalità e fare in modo, subito dopo il parto, di affiancare le mamme in reparto e invitarle a stabilire subito il contatto col figlio tramite l’allattamento al seno.

Le lezioni, le ultime in ordine di tempo di un ciclo cominciato già da tempo, si sono svolte martedì 9 dicembre ad Avezzano e sono state impartite al gruppo di operatori (degli ospedali di Sulmona, L’Aquila e Avezzano), da uno dei massimi docenti di levatura nazionale nell’ambito pediatrico, il prof. Arturo Giustardi. Promotori del corso il direttore del Dipartimento materno-infantile della Asl 1, dr.ssa Sandra Di Fabio e il direttore del reparto pediatria dell’ospedale di Avezzano, dr.ssa Antonella Gualtieri.

Dopo la teoria c’è stata una esercitazione pratica, col ricorso ad apposite ‘bambole’, con cui il personale (in particolare le ostetriche) ha eseguito manovre e assunto adeguate posizioni da insegnare alle neo mamme per allattare il bimbo, in modo da condividerne le prime, straordinarie sensazioni. Coi finti bebè di plastica, collocati al centro della stanza in cui si e’ svolto il corso, i docenti hanno illustrato al personale ospedaliero pose e sequenze che le mamme devono seguire dopo aver partorito quando prendono in braccio la prole.

“Nei giorni immediatamente successivi alla nascita”, dichiara la dr.ssa Di Fabio, “le donne godono dell’assistenza assicurata dall’ospedale ma quando tornano a casa, dopo alcuni mesi, subentrano una serie di problematiche che tendono a distogliere la mamma dall’allattamento al seno. Incombenze domestiche, aspirazioni di carriera al lavoro, preoccupazione di conservare in buono stato il proprio seno e, in alcuni casi, la depressione, sono i fattori alla base dell’interruzione della nutrizione col proprio latte.

E così, in metà dei casi, all’alimento materno viene sostituito il latte artificiale con una serie di conseguenze negative, immediate o a lungo termine. Il latte materno è alimento che, se somministrato con continuità, previene alcune malattie che possono insorgere da adulti come diabete, obesità e allergie. Il latte artificiale non fa che favorire lo sviluppo di queste patologie e, fatto grave, ritarda o addirittura compromette il legame con figlio”.

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