L’Aquila. Tutto pronto per il secondo atto del processo più importanti del post-terremoto dell’Aquila, quello alla Commissione Grandi Rischi, che domani dalle 9.30 approderà in Corte d’Appello all’Aquila.
Si tratta dei sette scienziati componenti dell’organismo, organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio dei ministri, condannati in primo grado (il 22 ottobre del 2012) a 6 anni di reclusione ciascuno per omicidio colposo e lesioni per aver dato false rassicurazioni alla popolazione alla vigilia del terremoto del 6 aprile 2009 che causò la morte di 309 persone.
In particolare gli imputati in carica nel 2009, sono accusati di aver rassicurato gli aquilani circa l’improbabilità di una forte scossa sismica che invece si verificò alle 3.32 di quella notta.
È quanto avvenne nel corso di una riunione in prefettura il 31 marzo del 2009. L’accusa aveva chiesto quattro anni per i sette imputati. Gli ex componenti la Commissione Grandi Rischi che sono stati condannati per la morte di 29 persone ed il ferimento di altre quattro, coloro, cioè i cui familiari si sono costituti parti civili, poi divenute in tutto 56, sono Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile. Cariche che gli imputati rivestivano all’epoca del sisma.
Tutti in primo grado sono stati condannati in solido tra loro e con il responsabile civile (Presidenza del Consiglio dei ministri, in persona del presidente del Consiglio dei ministri pro tempore) al risarcimento del danno, da liquidarsi in separato giudizio nei confronti delle parti civili.
L’udienza di domani dinanzi la Corte d’Appello dell’Aquila rappresenta un appuntamento importante non solo per gli imputati ma soprattutto per la scienza tutta, spaccata tra colpevolisti ed innocentisti dopo il verdetto del giudice del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi. Il collegio giudicante è presieduto dal giudice Fabrizia Ida Francabandera, a latere Carla De Matteis e Marco Flamini.