La ragione è semplice: è generalmente la donna che in casa maneggia e cucina i funghi dopo che chi li ha raccolti nei boschi (quasi sempre l’uomo) li ha riportati nell’abitazione. Prima di mettersi all’opera ai fornelli per trattare sul piano culinario porcini (o altri tipi) è lei, moglie, fidanzata o compagna che sia, a preoccuparsi che i prodotti micologici raccolti nei boschi siano buoni da mangiare.
“E’ un fatto che riscontrammo sia nel 2011 sia lo scorso anno, quando abbiamo operato per un periodo ridotto”, dichiara il dottor Stefano Maggi, medico veterinario incaricato di effettuare ad Avezzano i controlli per la Asl. Intanto, in tre giorni di riavvio del servizio di commestibilità al distretto sanitario di via M. Velino – aperto il lunedì e venerdì dalle ore 12.00 alle 13 e martedì ore 11-13 – già una decina di persone hanno portato i funghi al controllo. Ma alla Asl prevedono che, con le piogge di questi giorni e altri fattori climatici favorevoli, già nelle prossime settimane l’afflusso degli utenti sarà molto più alto. Il materiale micologico, nella decina di casi sottoposti a verifica nei giorni scorsi, è risultato ok per la tavola. Nel 2011 furono effettuati 143 controlli e solo in 84 casi la Asl rilasciò il certificato di commestibilità. Lo scorso anno, in un mese di attività, l’ispettorato micologico dette l’ok alla commestibilità in tutti i 39 casi esaminati.
In questi giorni i funghi, nella Marsica, arrivano soprattutto dalla Valle Roveto (porcini e galletti) per due motivi: c’è una temperatura di 4 gradi in più rispetto ad altre aree ricche del vegetale e per una caratteristiche intrinseca alla zona del rovetano, essere più esposta al sole.
“Tuttavia, già nelle prossime settimane – conclude Maggi – si prevede una copiosa quantità di funghi nei boschi del tagliacozzano, tra Val di Luppa, Tufo e Carsoli, zona con caratteristiche diverse, sostanzialmente all’ombra; condizioni che favoriscono lo spuntare soprattutto di funghi sottoquercia e castagno.