Cade così l’ipotesi dell’avvelenamento. Dei cinque pallini da caccia uno solo avrebbe perforato l’intestino, provocando una peritonite acuta e la morte dell’animale. Gli altri quattro pallini non sarebbero andati a bersaglio.
“L’orso ritrovato venerdi’ a Pettorano Sul Gizio e’ stato ucciso da una fucilata. Si tratta di un fatto gravissimo che non puo’ e non deve trovare alcuna giustificazione. La riduzione della mortalita’ per mano dell’uomo e’ uno degli elementi essenziali per evitare l’estinzione dell’Orso bruno marsicano. Purtroppo, siamo in presenza del quarto orso morto nel 2014”. E’ quanto afferma in una nota la presidenza del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm). “E’ evidente la necessita’ di rafforzare l’azione di tutela su tutto l’areale frequentato dall’orso e, soprattutto, delle zone di passaggio tra aree protette come il territorio posto tra Parco nazionale D’Abruzzo e Parco della Maiella, dove l’orso e’ piu’ a rischio. Pettorano continua ad essere frequentato in questi giorni da altri orsi, dunque, per la loro tutela – sostiene l’ente – e’ necessario rafforzare il controllo del territorio e il coordinamento tra le forze dell’ordine, cosi’ come e’ necessario mettere in sicurezza le fonti alimentari che attirano gli orsi in prossimita’ delle abitazioni e attivare forme di dissuasione sperimentate con il progetto Life Arctos. Come Parco, gia’ da alcuni giorni – prosegue la nota – abbiamo offerto la collaborazione del nostro servizio scientifico e veterinario alla Riserva regionale Monte Genzana per affrontare la situazione. Ma oltre le azioni immediate – tra le quali ci auguriamo che le indagini per assicurare alla giustizia il responsabile dell’uccisione siano rapide ed efficaci – e’ necessario rendere piu’ incisiva l’azione di tutela dell’orso con un rafforzamento della struttura del Parco, dove vive stabilmente la maggior parte degli orsi, con possibilita’ di intervenire anche all’esterno. La scelta fatta con il Patom di coinvolgere tutti gli Enti interessati resta valida, come scelta strategica, a condizione che ognuno faccia la sua parte. Ma rimane l’esigenza di avere una struttura operativa dedicata esclusivamente alla tutela dell’orso, che possa operare a tempo pieno dentro e fuori Parco. Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha la storia, la conoscenza del territorio, l’esperienza e le competenze per poterlo fare. Rafforzarne la struttura esistente con personale specialistico significa ridare centralita’ all’azione di tutela dell’orso da mettere a disposizione dell’intero Abruzzo per evitare che le situazioni come quella che si e’ creata a Pettorano, fuori dal territorio del Parco, non siano affrontate adeguatamente”.
“Fermare i criminali che uccidono gli orsi”. Lo affermano i presidenti di Federcaccia e Arci Caccia che hanno inviato una lettera al presidente del Parco mazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Carrara e all’assessore alla Caccia della Regione Abruzzo, Dino Pepe, per offrire la loro “piena disponibilita’ a collaborare ad ogni iniziativa tesa a contrastare qualsiasi azione ai danni di un selvatico prezioso come l’Orso Bruno Marsicano”. Nella lettera le due associazioni esprimono “la piu’ ferma condanna per le drammatiche, delittuose aggressioni che si ripropongono nei confronti dell’Orso Marsicano. Nel rispetto dell”Accordo’ da noi sottoscritto al Ministero dell’Ambiente per partecipare alla protezione dell’Orso Marsicano – si legge nella lettera – siamo a chiedere di convocare un incontro urgente per verificare le migliori e piu’ efficaci azioni che ci permettano di mettere a disposizione il nostro servizio di vigilanza volontaria, coordinato dal Corpo Forestale dello Stato, per intensificare l’attivita’ di prevenzione e repressione del ‘bracconaggio’ comunque motivato e da chiunque sia rappresentato. Restiamo disponibili anche per altre iniziative riteniate proporre per ‘stroncare’ immediatamente l’attivita’ criminale”.