“Nei giorni prossimi – annunciano in una nota congiunta – il segretario provinciale NurSind L’Aquila dott. Antonio Santilli e il segretario aziendale CISAL FPC dott. Massimo Tardio – saranno messe in atto tutte le azioni sindacali e politiche che, purtroppo, si rendono necessarie in quanto la Direzione aziendale e il direttore del Distretto di salute mentale non hanno fornito precise e concrete risposte alle numerose richieste dei dipendenti del Centro di Salute Mentale di Sulmona finalizzate sia alla tutela delle loro posizioni professionali sia alla possibilità di poter fornire un’adeguata attività di assistenza psichiatrica nella Valle Peligna e nell’Alto Sangro”.
Santilli e Tardio promettono che lo stato di agitazione sindacale sarà solo il primo passo di una vertenza sindacale che può prevedere anche la proclamazione dello sciopero per ottenere da un lato, come specificano, “serietà nell’agire aziendale nel rispetto delle norme giuridiche che regolano i rapporti di lavoro e dall’altro la garanzia di un livello assistenziale adeguato alle richieste del nostro territorio secondo le più moderne prospettive di assistenza psichiatrica. Con questo nostro agire sindacale e politico ci dichiariamo contrari all’operazione di progressiva depauperazione dell’assistenza sanitaria dell’Abruzzo interno che rientra forse nel quadro più ampio di una riduzione delle risorse e delle offerte di salute, riduzione particolarmente evidente per Sulmona (mancato adeguamento strutturale del Presidio Ospedaliero, chiusura di Reparti ospedalieri, minaccia di chiusura del punto nascite, spostamento di servizi ambulatoriali ed amministrativi, mancata istituzione di nuovi Servizi sanitari, etc.)”.
Stando a quanto riferito, la Asl intende spostare personale e servizi da Sulmona all’Aquila senza rispettare la qualificazione professionale dei dirigenti medici. “Il disagio percepito sta diventando intollerabile sia per i dipendenti sia per gli utenti ed i loro familiari. L’iniziativa sindacale – spiega Santilli – non è solo una semplice rivendicazione sindacale ma una lotta precisa a difesa dell’agire terapeutico nel nostro territorio”.
Per Massimo Tardio “in questi mesi abbiamo purtroppo assistito ad una netta riduzione delle prestazioni assistenziali e ad un aumento del disagio psichico e sociale dei nostri pazienti e dei loro familiari; sono infatti quasi triplicati i ricoveri ospedalieri in condizione di urgenza (TSO). Ribadisco che l’Azienda, con alcune penalizzanti scelte organizzative, sta determinando questa situazione attraverso una drastica riduzione dell’assistenza psichiatrica nella nostra zona, peraltro già carente. Spostare a L’Aquila circa 200 ore/mensili di lavoro professionale medico specialistico e non riuscire a trovare sedi adeguate per i CSM di Sulmona e di Castel di Sangro è la dimostrazione della volontà aziendale di ridurre drasticamente nel nostro territorio l’assistenza psichiatrica. I sindacati affermano con decisione che i nostri concittadini devono potersi dichiarare abruzzesi come gli altri e devono avere pari diritto di accesso alle prestazioni previste per la tutela della salute mentale nella propria zona così come previsto dalla Costituzione. Pertanto siamo decisi a far riconoscere i diritti dei lavoratori ma anche a farci portavoce delle esigenze di un territorio già sensibilmente provato dall’attuale fase congiunturale al fine di poter poter garantire un’assistenza psichiatrica capillare e di qualità per gli utenti residenti nell’area peligna e dell’Alto Sangro”.