Orso morto a Pettorano, al lavoro le squadre antiveleno della Forestale: prevista una taglia da 50mila euro

orsomortoPettorano sul Gizio. Le unità cinofile antiveleno del Corpo forestale dello Stato hanno iniziato nelle prime ore della mattinata a perlustrare l’intera area dove ieri è stato ritrovato un orso morto ai margini della Riserva del Monte Genzana, fuori dalla zona di protezione esterna (ZPE) del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Il nucleo cinofilo, composto da due cani ed un conduttore, altamente specializzato nella ricerca e nel rinvenimento di eventuali bocconi avvelenati e sostanze tossiche, sta ora setacciando tutto il territorio lungo il sentiero ciclabile che attraversa la zona boschiva in localita’ San Biagio della frazione Valle Larga, nel comune di Pettorano sul Gizio 

Dall’attivita’ tecnica-investigativa coordinata dal Comandante Provinciale di L’Aquila del Corpo forestale dello Stato, Nevio Savini, per risalire alle cause della morte del plantigrado, si è esclusa la presenza di ferite da arma da fuoco o altri traumi violenti sul corpo dell’orso, in quanto non ci sono segni visibili di lesioni. E’ quanto emerso dalle prime indagini tecniche-scientifiche condotte dal veterinario ufficiale del Corpo forestale dello Stato, Luca Brugnola, che ieri è stato il solo ad aver esaminato il cadavere dell’esemplare, effettuando i prelievi di rito.

 Per scartare o avvalorare l’ipostesi di un avvelenamento dell’animale l’intera zona, inibita all’accesso fin da ieri, verra’ battuta dall’unità cinofila della Forestale denominata Antidoto. Contestualmente un’aria molto più vasta sarà monitorata dal personale del Corpo forestale dello Stato, per la ricerca di altri eventuali indizi, quali animali morti o bocconi abbandonati, visto che la zona limitrofa al rinvenimento dell’orso e’ un luogo di ricerca di tartufi. Il Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di L’Aquila, al quale sono state delegate le indagini, ha gia’ rimesso alla Procura della Repubblica di Sulmona una prima comunicazione di notizia di reato, a carico di ignoti, ipotizzando il reato di uccisione di animale selvatico specialmente protetto.

Intanto la carcassa è stata sequestrata e sarà trasferita, nei prossimi giorni, dal Corpo forestale dello Stato all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Grosseto, dove verranno eseguiti l’autopsia e i necessari esami tossicologici. Dalle indagini effettuate, inoltre, si esclude che l’esemplare trovato morto sia l’orsa “Peppina”, in quanto si tratta di un orso marsicano maschio dell’apparente eta’ di tre-quattro anni e del peso di circa 90 chili.

Una taglia da 50mila euro per chi aiuterà a rintracciare l’avvelenatore dell’orso marsicano trovato morto ieri ai margini della riserva del Monte Genzana nelle campagne aquilane. E’ l’iniziativa degli animalisti dell’Aidaa: povero orsetto. “Mettiamo una taglia che può arrivare fino a 50.000 euro sulla testa dell’avvelenatore dell’orso marsicano – dice Lorenzo Croce presidente nazionale di Aidaa – se fosse confermata l’ipotesi dell’avvelenamento siamo pronti a pagare chiunque fornisca informazioni specifiche che permettano di individuare, denunciare e far condannare l’avvelenatore. Avvelenare un cucciolo di orso marsicano e’ un delitto prima ancora che un reato, e’ ora che questi delinquenti paghino le loro colpe e le paghino con condanne esemplari e non cavandosela con semplici multe”.

E’ il quarto orso morto nel 2014 in Abruzzo. La storia degli orsi in Italia e nell’Abruzzo è ormai una consolidata tristezza. Solo nel 2014 sono quattro gli orsi morti nella Regione dei parchi, nell’Abruzzo che ha spesso come proprio simbolo proprio un orso. “E’ evidente che il piano di tutela dell’orso sia fallito – afferma Massimo Fraticelli responsabile parchi di Mountain Wilderness Abruzzo – quattro orsi su poche decine presenti nella nostra Regione è un numero esorbitante. I Parchi senza fondi e con servizi di controllo ridotti possono poco contro l’idiozia di chi pensa che animali stupendi come questi siano solo dannosi e pericolosi o di coloro che spargono veleno nei boschi per propri interessi personali. E’ necessario intervenire subito attraverso strumenti educativi dedicati agli abruzzesi, partendo proprio dalle popolazioni di montagna, che devono sentirsi maggiormente partecipi della conservazione, della tutela del territori e comprendere l’importanza della salvaguardia di specie come gli orsi”.
Accanto al coinvolgimento delle popolazioni locali, che devono divenire veri custodi del territorio di montagna, è necessario aumentare e rendere più funzionale il sistema di sorveglianza dei Parchi.
Secondo Fraticelli bisogna “aumentare gli investimenti dello Stato per il controllo del territorio. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato (CTA) spesso non sono messi in condizione di svolgere il proprio lavoro di monitoraggio del territorio. Inoltre è ora che si crei , in tutte le aree protette italiane, un proprio sistema di sorveglianza come avviene nei soli parchi storici (Stelvio, Gran Paradiso, Parco d’Abruzzo), che possa affiancare e supportate il lavoro del Corpo Forestale dello Stato. Basterebbe un paio di aerei F35 in meno (circa 20milioni di euro ) per dare alla montagna ed alla fauna italiana un’ampia tutela che sia vantaggio per l’intera popolazione”.

Orso morto, Melilla (SEL) interroga Ministro Ambiente

“Un Orso Marsicano è stato trovato morto nei pressi di Pettorano sul Gizio neila Riserva Regionale Monte Genzana- Alto Gizio ,ai confini con il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Muore cosi l’ennesimo esemplare di Orso Bruno Marsicano: il fatto è molto grave essendo ridotta la popolazione di questi rari plantigradi a circa 60 unità ed è quindi a rischio la conservazione di questa specie. Quest’ultimo episodio segnala una progressione preoccupante: se dividiamo infatti l’intervallo temporale, della statistica relativa agli Orsi rinvenuti morti tra il 1971 ed il 2012, in periodi di sette anni, notiamo come ai primi due cicli turbolenti della vita del parco con rispettivamente 22 e 26 decessi, ne sono seguiti altri due dei quali il primo con “soli” 12 morti ed il secondo in ripresa con 17 vittime. L’ultimo che stiamo vivendo (2006-2014), registra una brutta accelerazione con ben 24 perdite di cui 4 nell’ultimo anno”. Spiega Gianni Melilla (SEL) nell’interrogazione al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, ricordando che “le autorità del Parco nazionale d’Abruzzo hanno posto all’attenzione delle istituzioni locali e nazionali, il problema della conservazione dell’orso bruno marsicano come grande emergenza sottolineando che il Parco, da solo, non è in grado di gestirla. Si rende urgente e non più rinviabile, dinanzi al ripetersi di simili incidenti, decidere in tempi brevi : 1) una azione molto più incisiva e coordinata di vigilanza e repressione del fenomeno; 2) la costituzione di una banca del seme dell’orso bruno marsicano, valutando con un pool di esperti internazionali la fattibilità di un programma di conservation breeding. E’ necessaria dunque una forte mobilitazione della comunità scientifica e ambientalista per scongiurare il pericolo della scomparsa di questa straordinaria specie appenninica di orsi; quali iniziative intenda assumere il Governo per sostenere l’azione dell’ Ente Parco Nazionale d’Abruzzo a tutela della conservazione dell’orso bruno marsicano e in particolare se non ritenga necessario adottare in tempi brevi la costituzione di una banca del seme”.

 

 

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